“Un mondo che unisce persone accomunate da un'unica passione, che in pochi hanno e in pochi capiscono”. Questa è la caccia per Antonio Pili, studente diciannovenne di Elini (OG), in Sardegna. Lui, che cacciatore lo è diventato grazie all'esempio del nonno e del padre, così giovane ha già le idee ben chiare. Caccia il cinghiale, beccacce e pernici e crede che, in generale, i cacciatori siano un importante presidio per la salvaguardia dell'ambiente e della selvaggina.
“Favorisce il controllo degli animali” e, fornisce “carne controllata e sana”. “La mia prima esperienza non la dimenticherò mai – ci racconta - , ero entusiasta ed euforico. Avevo i cani di mio padre da portare nel bosco (con il passare del tempo poi mi son fatto una mia muta di cani da cinghiale). Appena liberai i cani, partirono e trovarono subito il cinghiale, anche se poi purtroppo sbagliarono alle poste. Però, è stata un'emozione unica ed indimenticabile”.