Il sindaco di un piccolo comune dell'interland milanese di nemmeno duemila anime,
Cassinetta di Lugagnano, è finito sui giornali locali per la sua particolare avversione alla caccia e ai cacciatori.
Michele Bona, questo il nome del sindaco, si è infatti rifiutato di concedere ai cacciatori residenti il ritiro dei tesserini presso il Comune, dovranno andarseli a prendere direttamente a Milano, a proprie spese.
Il fatto riportato dalle cronache locali (citiamo Il Giorno), è il seguente: durante l’ultimo consiglio comunale la minoranza aveva chiesto che la macchina amministrativa si facesse carico del ritiro dei permessi venatori; richiesta alla quale ha fatto seguito la risposta piccata del sindaco: "Non ho intenzione di impiegare risorse comunali per offrire un simile servizio a coloro che praticano questo «sport», se può essere definito uno «sport» uccidere gli animali – ha spiegato Michele Bona – sono contrario alla caccia in generale e oltretutto si tratta di un incarico che il Comune non ha l’obbligo di assumere, come accade anche per i passaporti. Vorrebbe dire impiegare una persona degli uffici che dovrebbe assentarsi dalle sue normali mansioni per almeno mezza giornata. Questo accadrebbe con scadenza annuale".
"Se hanno tempo per andare in giro a cacciare – ha ripreso il primo cittadino - possono investire mezza giornata per andare a Milano". Parliamo solo di una ventina di cacciatori in tutto, è vero, ma che dei cittadini che pagano regolarmente le tasse per effettuare una lecita attività, debbano sentirsi umiliati e ghettizzati dal loro primo cittadino, ci sembra cosa grave.