Si torna a parlare di roccoli in questi ultimi giorni di agosto. A riaccendere le speranze una lettera inviata dal Ministro Gian Luca Galletti al presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini e ricevuta dalle Regioni nella prima decade del mese di agosto. Un documento interessante con il quale il Ministro prende spunto da “sollecitazioni in relazione agli impegni contenuti nell’Ordine del giorno G/1962/12/14 in relazione alla possibilità di cattura di uccelli da utilizzare come richiami vivi”. Inizialmente Galletti ripercorre le vicissitudini e la presunta procedura di infrazione aperta dalla Comunità Europea nei confronti dell’Italia per la cattura dei richiami vivi negli impianti gestiti dalle Provincie, i roccoli. Si prende il merito della cancellazione della presunta procedura di infrazione grazie al fatto che non sono state più autorizzate le catture nella stagione 2015/2016 ed infine sancisce che non è vero che la catture non si possono più fare, ma basta seguire scrupolosamente i dettati dell’art.19bis della legge 157/92 che prevede “l’attività di cattura per inanellamento e per la cessione ai fini di richiamo può essere svolta esclusivamente con mezzi impianti o metodi di cattura che non sono vietati ai sensi dell’allegato IV della Direttiva 09/147/CE” .
Il rappresentante del Governo scrive poi che “Tale prescrizione, dunque, impedisce radicalmente di utilizzare – in regime di prelievo “ordinario” – uno qualunque dei mezzi , impianti o metodi di cattura contemplati nel suddetto allegato IV (incluse reti); per altro, la medesima prescrizione non preclude la possibilità da parte delle Regioni di ricorrere al regime delle “deroghe” in base a quanto previsto dall’articolo 19bis della legge 157/92”.
Abbiamo usato il virgolettato per proporre ai nostri lettori i passaggi precisi del documento. Francamente la lettera lascia molto perplessi e non ci fa cambiare opinione nei confronti del Ministro Galletti e del suo Governo per quel che concerne la materia caccia. Il rappresentante del dicastero dell’Ambiente infatti ci dice che le Regioni possono fare le deroghe, con il requisito essenziale, cioè “qualora non ci siano altre soluzioni soddisfacenti “ , che vengano fatte valutazioni precise sui piani di potenziamento degli allevamenti dei richiami e propone anche un Tavolo di lavoro con tutte le Regioni per studiare una strategia comune. A noi sembra l’ennesima presa in giro, un po’ come la deroga per lo storno: 27 cacciatori a Brescia con massimo 10 storni all’anno e non più di 5 al giorno. La deroga ci è stata data, perché ci lamentiamo?! Probabilmente siamo prevenuti nei confronti del Ministro Galletti ma invitiamo tutti a leggere il documento e farsi quindi un’idea precisa. (Federcaccia Brescia)