Il presidente della III Commissione in Veneto,
Sergio Berlato, in una nota risponde all'attacco ricevuto dal consigliere Andrea Zanoni, nel comunicato
"L'inaspettata Waterloo della caccia in Veneto", in cui l'ex europarlamentare Pd sosteneva che "dopo la bocciatura da parte del Governo degli articoli della legge regionale veneta n. 18 del 27 giugno 2016, contenenti disposizioni sulla caccia, alla quale - ha evidenziato Zanoni - ho attivamente contribuito con esposti ed incontri, la situazione che si presenterà in Veneto alla prossima apertura della caccia di settembre sarà a mio avviso di caos totale”.
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E' dall'inizio della legislatura che Zanoni garantisce che tutti i provvedimenti sulla caccia, approvati dalla Regione, verranno sicuramente bocciati. Lo ha fatto quando il Consiglio regionale ha approvato la legge n. 20 del 2015 sugli appostamenti precari ad uso venatorio, legge che invece non ha subito nessun rilievo neppure da parte del Governo. Zanoni aveva assicurato che anche la legge n. 11 del 2016 sugli appostamenti fissi ad uso venatorio sarebbe stata bocciata dagli organi di controllo statali, ma è stato anche questa volta sonoramente smentito persino dal suo stesso Governo che non ha trovato nulla da eccepire sulla legittimità di questa legge. Zanoni aveva assicurato che anche la legge regionale sull'eradicazione delle nutrie sarebbe stata sicuramente bocciata, venendo ancora una volta smentito dal suo stesso Governo che non ha avuto nulla da eccepire contro questo provvedimento regionale".
"Nel caso di Zanoni, che ha giocato la partita dall'inizio della legislatura senza essere mai riuscito a toccare neppure la palla - scrive Berlato -, non si può parlare neppure di un colpo di fortuna, dal momento che il Governo Renzi, nel decidere di impugnare alcune norme sulla caccia approvate dal Consiglio regionale di cui tre a firma del Partito Democratico, non ha bocciato alcunché dal momento che le norme rimarranno in vigore fino al pronunciamento sul contenzioso Governo/Regione da parte della Corte costituzionale. Limitatamente alla norma sulla mobilità venatoria, il Governo dovrà spiegare presso la Corte il motivo per il quale la mobilità venatoria è consentita in 15 regioni italiane ma non si vuole venga consentita in Veneto, sapendo benissimo che se la norma verrà cassata in Veneto, dovranno essere cassate tutte le analoghe ed in alcuni casi ben più permissive leggi vigenti nelle altre 15 regioni italiane. Attendiamo curiosi di vedere come il Governo Renzi, sostenuto prevalentemente dallo stesso Partito Democratico che temporaneamente ospita Zanoni, saprà motivare il suo miserabile dispetto politico nei confronti della Regione del Veneto".