Come già avvenuto nelle Marche, anche in Abruzzo gli ambientalisti hanno presentato ricorso contro il calendario venatorio 2016 - 2017. Lo annuncia Luciano Di Tizio, delegato regionale di Wwf: “Nonostante gli annunci, la gestione Pepe non si discosta molto da quella Febbo: mancanza del piano faunistico-venatorio (obbligatorio per legge), preapertura priva di qualsiasi giustificazione e prolungamento dei periodi di caccia".
Sotto accusa in particolare i periodi di caccia concessi per le specie acquatiche (Beccaccino, Pavoncella, Moriglione, Marzaiola, Frullino, Codone, Mestolone, Canapiglia, Combattente), fino al 19 gennaio 2017, (anzichè, dice Wwf fino al 31 dicembre), alle migratorie Tordo bottaccio, Tordo sassello, Cesena (chiusura al 19 gennaio 2017 anziché al 10 gennaio come indicato dall’ISPRA) e beccaccia. Contestata anche la chiusura al colombaccio, spostata al 5 febbraio e prolungabile fino al 9 dello stesso mese.
Ulteriori elementi sollevati nel ricorso: la modalità di prelievo della Lepre comune, dice il Wwf "in contrasto con quanto stabilito dagli strumenti di pianificazione e con possibilità di incidere negativamente sulla popolazione di Lepre italica che è invece una specie protetta e quindi non cacciabile"; prolungamento del periodo di addestramento cani che, invece dei 30 giorni stabiliti per legge, durerà oltre 4 mesi; ritardo nell’approvazione del calendario faunistico-venatorio: "mossa questa assolutamente strumentale, attuata dalla Regione Abruzzo al fine di rendere più complessi eventuali ricorsi al TAR" conclude Wwf.
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