A seguito dell'ennesimo grave incidente stradale causato da un cinghiale, in cui ha perso la vita una mamma di 37 anni, alcuni giorni fa si era mosso il sindaco di Roccascalegna (CH) portando in evidenza il problema nel proprio comune e più in generale nella Val di Sangro in uno sfogo su facebook: “vale meno la vita di un uomo rispetto a quella di un cinghiale”, aveva scritto.
Effettivamente proprio nella zona, a Lanciano, a maggio scorso un'ordinanza di abbattimento era stata tramutata in una di cattura, dopo le lamentele degli animalisti. Catturare i cinghiali che invadevano i centri abitati si era rivelato difficile e il solo cinghiale catturato dall'Asl e dalle forze dell'ordine era stato poi rilasciato in una zona tra i comuni di Pennadomo e Roccascalegna. Il fatto era stato denunciato sui quotidiani locali dal presidente regionale della Libera Caccia, Antonio Campitelli, che oggi interviene nuovamente sul problema del continuo attraversamento dei cinghiali sulle strade. Da qui l'appello a tutti i sindaci della zona e alla cittadinanza, di appoggiare e supportare le richieste dei cacciatori per un incremento degli abbattimenti e di non cedere più alle pressioni animaliste.
Ovvero: “ampliare la tempistica della caccia in battuta (ricordiamo che la caccia in battuta è permessa per tre mesi all’anno, per un massimo di tre uscite settimanali, cioè un totale di 36 uscite, salvo condizioni metereologiche avverse che ridurrebbero ancora di più il numero delle battute disponibili); dare la possibilità alle squadre di intervenire con delle battute di contenimento all’interno di aree precluse all’attività venatoria; modificare urtentemente la legge nazionale 157/92, e soprattutto il regolamento regionale n° 5/2014”. “Dopo più di due anni dall’approvazione di un regolamento regionale per la caccia al cinghiale, che ci pone assurde restrizioni e limitazioni, dopo l’ennesima richiesta di modifica a questo regolamento, dopo aver più volte rimarcato che le Regioni tutte devono chiedere a gran voce la modifica della legge nazionale sulla caccia 157/92, dopo aver io stesso partecipato a decine di incontri, riunioni, convegni, dibattiti, consulte e tavoli tecnici, ho più volte ribadito che, ne il selecontrollo, ne la caccia di selezione sperimentale, porranno rimedio al problema cinghiale, e che se non si ampliano i tempi, i territori, e le modalità per la caccia in battuta, questo problema non si risolverà” dice Campitelli.
In questi giorni i sindaci del comprensorio si sono riuniti per affrontare l'emergenza. “Ho visto i primi cittadini decisi e determinati a voler trovare una soluzione definitiva al problema, senza continuare ad aspettare le decisioni dei piani alti della politica” racconta il presidente regionale Libera Caccia, che ha partecipato all'incontro. “Carissimi sindaci, siete l’espressione diretta del territorio – dice in un appello diretto ai primi cittadini - siete l’unica concreta possibilità di mettere mano al problema. Non vi arrendete”.
Si legge ancora nell'appello: “Vorrei far capire ai sindaci che hanno deciso di affrontare questo problema, che non devono lasciarsi intimorire dai soliti animalisti, che di fronte alla parola “abbattimento”, cominciano frignare, piagnucolare e scalpicciare come dei bambini capricciosi. E non dovete arrendervi nemmeno di fronte alle loro invettive, alle loro ingiurie, ed in alcuni casi, persino alle loro minacce”.
Leggi anche: