Non ci sarà una delibera per la caccia in deroga in Lombardia. La conferma arriva dall'Assessore regionale all'Agricoltura Gianni Fava, che in una risposta ufficiale inviata ad Alessandro Sala, Presidente della V Commissione del Consiglio regionale, che chiedeva lumi sugli impegni presi dalla Giunta e dal Consiglio regionale, specifica i motivi del diniego, allegando la nota della direzione agricoltura, che attesta l'immprocedibilità tecnica della delibera "non ravvisando gli uffici le condizioni per esprimere parere di regolarità amministrativa".
Secondo il parere dell'ufficio "la Commissione ha esplicitato che il desiderio di continuare pratiche venatorie tradizionali vietate dalla direttiva non possa valere a dimostrare l'assenza di altre soluzioni soddisfacenti", che quindi giustifichino l'attivazione del regime di deroga. "Ciò che rende più critica l'adozione di un provvedimento- precisano dalla Direzione Agricoltura - è pertanto la difficoltà di dimostrare l'assenza di soluzioni alternative, e in seconda misura, la ben nota questione della cosiddetta piccola quantità".
Uno sforzo c'è stato, come spiega ancora la nota tecnica. "Con l'intento di superare tali criticità - spiegano dalla Regione - nella richiesta di parere trasmessa ad Ispra il 24 aprile, questa unità organizzativa ha fornito specifiche argomentazioni, anche parzialmente suggerite dalle associazioni venatorie. A fronte dell'ennesimo parere sfavorevole di Ispra, allo stato attuale non sussistono ulteriori elementi che consentano di motivare adeguatamente un discostamento dallo stesso parere che, come riportato nella nota dell'Avvocatura regionale, seppur obbligatorio ma non vincolante per diritto interno, avrebbe in realtà "un valore assoluto attribuito dagli uffici comunitari".
"E ciò - precisa la Dirigente Anna Bonomo - è stato asserito più volte dalla Commissione UE nel corso della interlocuzione con lo Stato italiano. Il parere è quindi da considerarsi sostanzialmente vincolante, in quanto l'adozione di atti di deroga in difformità dallo stesso comporterebbe la riapertura dell'infrazione per violazione degli obblighi assunti".
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Risposta dell'Assessore Fava con parere della Direzione Agricoltura