“Improcedibilità di una delibera che autorizzi il prelievo venatorio in deroga”. Lapidaria e tranciante la risposta dell’Assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava al consigliere regionale Alessandro Sala che fino all’ultimo ha pressato la Giunta affinchè comunicasse una risposta alla mozione approvata a maggioranza dal Consiglio regionale il 5 luglio. Con questa mozione il Consiglio regionale impegnava la Giunta a procedere con un atto amministrativo al fine di promuovere un confronto legislativo nella sede della Corte di Giustizia di Bruxelles al fine di ottenere una risposta certa e definitiva, soprattutto non data dai soliti funzionari, al tema della caccia in deroga e della sua applicabilità in concreto.
Bene ha fatto Alessandro Sala a sollecitare una risposta scritta ma il risultato è stato solamente quello di avere l’ennesimo rifiuto, rifiuto che per altro era stato ventilato dalle solite voci di corridoio della Regione e dalle tante telefonate fatte a Milano. Probabilmente la richiesta dei consiglieri regionali è stata fraintesa; la volontà è quella di arrivare ad un chiarimento legislativo da cui partire per una nuova stagione delle deroghe alla piccola migratoria.
Il mondo venatorio ed anche i consiglieri bresciani sono ben consci delle difficoltà, soprattutto dopo la costruzione di un articolo 19bis della legge nazionale che lascia margini di manovra inesistenti. Ma crediamo, noi insieme ai consiglieri regionali che hanno dato voce alle nostre richieste, che questa è l’unica strada per superare l’ostracismo irriguardoso dei funzionari comunitari. Che la Regione, se non vuole tradire le richieste dei propri territori, proponga e promuova un altro tipo di confronto di fronte alla Corte di Giustizia. I mezzi li ha così come le motivazioni politiche ed istituzionali. A noi non resta che ringraziare Alessandro Sala e tutti gli altri consiglieri regionali che con lui hanno provato ad intraprendere un’azione seria e sostenibile.