Per il momento la disposizione è passata solo in Commissione, in attesa del passaggio al Consiglio regionale previsto per il prossimo 13 settembre. Fa parte di una proposta di modifica della legge regionale sulla caccia: all'articolo 8 è prevista una sanzione dai 200 ai 600 euro per chi disturberà deliberatamente i cacciatori. Il che significherebbe mettere un freno alle intemperanze degli animalisti, che ad ogni stagione le tentano tutte per esasperare i cacciatori mentre stanno esercitando un'attività tutelata dalla legge. Il testo passato in Commissione è il seguente: "Si applica la sanzione amministrativa da euro 206,25 a euro 619,75 per chi volontariamente procura disturbo all'esercizio venatorio, anche avvalendosi di strumenti atti all'allontanamento della selvaggina".
La novità non è certo piaciuta ai consiglieri 5 Stelle: “Abbiamo chiesto l'abrogazione delle assurde sanzioni anche per chi manifesta contro la caccia così come abbiamo chiesto che fosse cancellato il passaggio in cui si autorizza il foraggiamento dei cinghiali, vietato dalla legge nazionale - spiegano Marco De Ferrari e Fabio Tosi, consiglieri regionali M5S - questa legge è incostituzionale e pericolosa: daremo battaglia in aula". Ribatte Alessio Piana: "La maggioranza di centrodestra ha accolto anche le istanze del Wwf e delle principali associazioni ambientaliste, presentando un emendamento che ha abrogato un comma contestato dagli stessi ambientalisti, quindi il testo arriverà in aula tenendo conto di tutti i punti di vista".
Cassato l'emendamento di Gianni Pastorino che prevedeva l'obbligo per i cacciatori di indossare un giubbino ad alta visibilità. L'articolato risolverà anche la delicata questione dei tesserini venatori, con la disposizione, che entrerà in vigore nella stagione 2017/2018, sul nuovo metodo di annotazione dei capi abbattuti, e cioè subito dopo l'abbattimento e la conseguente raccolta. Per questa stagione rimane invariato il vecchio metodo. Il consigliere Claudio Muzio ne spiega i motivi: "La norma che introduce il tesserino è infatti intervenuta successivamente all'avvio della stagione di caccia, che in Liguria ha avuto inizio il 1 giugno 2016, in concomitanza con l'attività di selezione al capriolo. Non è stato ritenuto opportuno, per motivi di tempo e di risorse, dare avvio alle procedure per la ristampa dei tesserini venatori. La legge nazionale prevede infatti che l'adeguamento da parte delle Regioni debba avvenire senza aumento dei costi e in questo caso, avendo già stampato e distribuito i tesserini, ci sarebbe stato un aumento di spesa di 43.000 euro".