Alcune centinaia di cacciatori cinghialai si sono dati appuntamento sabato 10 settembre a Firenze per dire no alla legge Obbiettivo, ovvero la nuova normativa toscana per il contenimento degli ungulati. Ad organizzare la colorata manifestazione, monopolizzata dalle caratteristiche pettorine arancioni, il gruppo Squadre Toscane caccia al cinghiale in battuta. Presenti anche Enalcaccia Libera Caccia e Urca.
Secondo i manifestanti la Legge Remaschi in realtà avrebbe come obbiettivo non quello di diminuire i cinghiali, ma di mettere le squadre al palo confinandole ad un ruolo marginale, interrompendo quindi una tradizione culturale che in Toscana è particolarmente radicata. Secondo i cinghiali questo atteggiamento avrà conseguenze opposte a quelle sperate, ovvero si arriverà paradossalmente ad un aumento esponenziale di questo ungulato, e dei danni all'agricoltura, che non potrà usufruire dell'aiuto delle squadre. I cinghialai dicono no a “chi tenta di sopprimere la braccata”, a chi “tenta di privatizzare la caccia usufruendo di pareri di un Ente completamente distaccato dal territorio, quale Ispra”, che per le squadre toscane hanno portato ad una presenza invasiva di ungulati, “a chi vuole mettere i cacciatori gli uni contro gli altri stravolgendo le tradizioni più antiche”.
In un post su facebook, Alberto Caroli, uno degli organizzatori, ringrazia gli intervenuti: Luca Castagnoli, Roberto Manci Dell'omo, Sisto Dati, Gabriele Ferri, Maurizio Rangoni (capodistretto Zona Chianti), Il Presidente regionale URCA Carlo Ballerini, il Presidente nazionale ANLC Paolo Sparvoli, Il Vice Presidente Nazionale CPA Maurizio Montagnani ed il responsabile regionale Enalcaccia Peruzzi Marcello.
"Questa legge - commenta Caroli - non va bene , va rivista con molta serietà da parte di tutti , cacciatori e agricoltori . Bisogna assolutamente rimettersi intorno ad un tavolo e parlare di come veramente risolvere il problema degli ungulati in senso generale". "A nostro avviso - continua - la caccia di selezione al cinghiale può essere svolta ma in zone limitate, non si può fare cartine delle aree vocate e non vocate solo dietro un tavolino".
Un esempio pratico: "i Ragazzi del cinghiale della Rufina negli anni sono riusciti a fare un capolavoro di prevenzione arrivando a far registrare solo 1.500 euro di danni all’anno, ora viste le prime bozze girate delle aree vocate e non vocate, il comune della Rufina si troverebbe con circa il 50 % del territorio che da vocato passerebbe non vocato. E' assurdo - commenta Caroli - ". "Con questa legge le squadre vengono messe in secondo piano e non possono più intervenire".