L'Atc di Foggia finisce nell'occhio del ciclone sulla questione dei permessi per i cacciatori da fuori regione. Ad alzare le polemiche sono alcune associazioni ambientaliste (Acli Ambiente, Centro Studi Naturalistici e Wwf Foggia), dopo che l'Atc, con due delibere del 30 agosto scorso, ha moltiplicato le 10 giornate di caccia previste dalla legge per la selvaggina migratoria per gli 801 permessi annuali previsti per i cacciatori non residenti, arrivando quindi a concedere 8010 permessi giornalieri (al costo di 30 euro l'uno, mentre i permessi annuali delle scorse annate costavano 84 euro).
“Questa operazione - evidenzia Wwf - avviene senza curarsi che lo scorso luglio, accogliendo l’istanza di Acli Ambiente, Centro Studi Naturalistici e Wwf Foggia, il Servizio caccia e pesca della Regione Puglia aveva imposto lo stop all’Atc sulla conversione dei permessi annuali in giornalieri. Oggi, con l’espediente di consentire per ogni permesso annuale un massimo di 10 giornate di caccia, convertendo le restanti 10 giornate previste per Legge in permessi giornalieri, l’ATC intende far entrare dalla finestra l’invasione di cacciatori nella provincia di Foggia che la Legge Regionale sulla caccia e la Regione Puglia avevano impedito di far entrare dalla porta”.
Gli ambientalisti, che segnalano l'intento dell'Atc di “far cassa” con la conseguenza di aumentare la pressione venatoria, chiedono ora il commissariamento dell'Atc. La protesta sale anche tra gli stessi cacciatori interessati a cacciare in Puglia, che si vedranno aumentare la spesa per i singoli permessi.