Come abbiamo visto nei giorni scorsi, i negoziati della Face hanno permesso il dietro front della rete mondiale IUCN sulla iniziale proposta di chiedere il divieto totale dell'utilizzo delle munizioni di piombo a caccia. Inutile dire che un simile orientamento avrebbe certamente avuto un fortissimo peso sul fronte delle motivazioni scientifiche a sostegno delle future decisioni dei diversi governi sul tema. IUCN è il più importante organismo mondiale ad occuparsi di ambiente e di ricerca scientifica. Basti l'evidenza che tutte le indicazioni sullo stato di conservazione da cui derivano anche i calendari venatori, si basano proprio sui dati e le valutazioni di questo grande organismo.
Grazie all'impegno dei rappresentanti dei cacciatori europei alla fine IUCN ha adottato una mozione molto più soft, che in sostanza non cambia le cose. Si propone infatti il graduale passaggio alle munizioni atossiche, in linea con la corrente posizione della stessa federazione europea delle associazioni venatorie. Nel testo, che IUCN presenterà ai Governi, si chiede di eliminare gradualmente, ove possibile, l'utilizzo dei pallini di piombo per la caccia non solo nelle zone umide ma anche in tutte quelle aree dove viene dimostrato, con prove scientifiche, un evidente rischio per l'avvelenamento degli animali.
David Scallan, responsabile del settore Conservazione, della FACE, dichiara: “possiamo ritenerci soddisfatti, soprattutto se si considera che IUCN è composta principalmente da organizzazioni anti – caccia, molte delle quali sono a conoscenza delle complessità associate a questo problema”. La FACE ha ottenuto questo risultato anche grazie al fatto di aver portato in evidenza che a sostegno del divieto non sono state condotte le opportune valutazioni dei rischi economici e sociali (come la disponibilità ed il costo delle soluzioni alternative), ma nemmeno quelle probatorie sul rischio per il benessere degli animali.
Per quanto riguarda le zone umide, FACE ha sostenuto la necessità di ulteriori azioni a sostegno del divieto, evidenziando che in Europa alcuni paesi non hanno ancora eliminato questo tipo di munizionamento, nonostante l'esistenza pluriennale dell'accordo a protezione dei migratori sottoscritto dai paesi dell'area africana ed euroasiatica.