Dopo la sospensione del Calendario Venatorio abruzzese, la Libera Caccia organizza una mobilitazione di piazza, fissata per domenica 25 settembre a Pescara. "I cacciatori, ma anche i Cittadini della Regione Abruzzo, si sono sentiti ancora una volta vittime di una insensata moda animalista che antepone il benessere di popolazioni sempre più abnormi di cinghiali, alla salvaguardia delle colture agricole e perfino all’incolumità pubblica" dice una nota di Anlc.
"Qualcuno, in Abruzzo, ha evidentemente sbagliato. Su questo non ci sono dubbi. E non importa sapere se ha sbagliato per incapacità di natura amministrativa, oppure per inadeguata preparazione tecnica o per uno sciagurato disegno anticaccia. In ogni caso, purtroppo e come al solito, gli unici a pagare ingiustamente le conseguenze di tale assurda situazione sono i cacciatori abruzzesi che, dopo aver pagato le salate tasse per l’esercizio dell’attività venatoria, si vedono ridurre il periodo cacciabile a pochi giorni dell’apertura e senza possibilità di difendersi nelle sedi competenti".
L'Associazione venatoria quindi invita alla mobilitazione tutti i cacciatori, senza alcuna esclusione, ma anche gli agricoltori e i semplici cittadini: "contro l'incapacità e l'incompetenza dell'ufficio caccia regionale, che ha causato la sospensiva del calendario venatorio; contro la totale indolenza da parte della Regione ad affrontare il problema cinghiale, causa di ingenti danni al comparto agricolo e di problemi di incolumità pubblica; contro la mancanza di volontà da parte della Regione ad apportare le modifiche al regolamento regionale per la caccia al cinghiale".
"L’incontro dei manifestanti - chiude la comunicazione di Anlc - è fissato per le ore 10, nel piazzale antistante la vecchia stazione dal quale poi partirà un breve corteo, pacifico, democratico e autorizzato, che si concluderà alle ore 12,30 circa in Piazza Salotto dove il presidente della Libera Caccia Paolo Sparvoli terrà un breve intervento. Partecipare a questa manifestazione è il solo modo per dimostrare lo sdegno dei cacciatori abruzzesi e la loro volontà di difendere una dignità che tutti stanno calpestando da troppo tempo".
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