Le azioni di disturbo contro i cacciatori, secondo la Lav, sono un diritto costituzionale. Questo il senso del comunicato stampa diffuso dalla Lega Anti Vivisezione lo scorso 16 settembre, all'indomani della modifica alla legge sulla caccia ligure che ha introdotto sanzioni amministrative per chi disturba deliberatamente i cacciatori mentre stanno praticando l'attività venatoria. L'associazione sta valutando la possibilità di agire legalmente contro la novità di legge.
Secondo la Lav, quindi, organizzarsi in gruppi e uscire per boschi alla ricerca di cacciatori da disturbare con schiamazzi e insulti, sarebbe una libera manifestazione di pensiero, tutelata addirittura dal diritto Costituzionale. Se così fosse, ma così non è, anche nelle altre Regioni che non hanno questa disposizione, chiunque, senza alcun bisogno di autorizzazione a manifestare, potrebbe deliberatamente prendersela con chi gli pare, per qualsiasi motivo e in qualsiasi momento. Un vero caos senza regole, che per fortuna è già reso impossibile dalle norme che tutelano tutti i cittadini.
Il Codice Penale infatti stabilisce già specifici reati per le manifestazioni non autorizzate. E' punita con il carcere fino ad un anno la radunata sediziosa (articolo 655 del codice penale), ovvero non è possibile riunirsi in gruppi più numerosi di 10 persone per creare scompiglio in luoghi pubblici.
Ci sono poi ulteriori reati a cui si va incontro quando si decide di disturbare qualcuno. L'articolo 659 del codice penale prevede proprio il reato di "disturbo delle occupazioni o del riposto delle persone", con ammende per chi, abusando di strumenti sonori o tramite schiamazzi o rumori, disturba le attività delle persone. Pena l'arresto fino a tre mesi con ammenda fino a 309 euro.
Chi offende e minaccia rischia poi di incorrere nei reati di molestia, ingiuria e violenza privata. Quello che ha fatto la Liguria è una sorta di semplificazione, tramutando i reati penali, perseguibili solo a seguito di specifiche denunce che devono essere prese in carico dalle autorità e che si sviluppano in processi che durano anche anni, in sanzioni amministrative. Più facili e veloci da applicare.