Apprendiamo da un quotidiano locale di Ischia e Procida (ildispariquotidiano.it) che tre guardie venatorie della Lipu sono state rinviate a giudizio con l'accusa di falso materiale. I tre avrebbero stilato un verbale nei confronti di un cacciatore che sarebbe stato beccato in un giorno e in un orario vietato alla caccia. Peccato però che gli imputati per avvalorare la sanzione amministrativa abbiano contraffatto la firma del cacciatore e riportato un orario diverso da quello reale. Insomma, durante il controllo il cacciatore era perfettamente in regola.
A seguito della denuncia da parte dello stesso cacciatore, il Pubblico Ministero ha eseguito quei riscontri minimi che gli hanno permesso di accertare il reato di falso materiale. Il verbale conteneva due falsi evidenti: il primo relativo al fatto in sé, in quanto al cacciatore al momento del fermo, intorno alle 16:30, era stato chiesto di attendere la fine del controllo di un altro cacciatore, per poi essere controllato a sua volta. Il lasso di tempo dal momento dell’incontro alla identificazione e alla verifica di quanto portasse con sé, aveva di fatto provocato lo sforamento dell’orario consentito per la caccia, cioè alle 17:00. Pertanto i rappresentanti della Lipu, secondo il denunciante, avrebbero dovuto scrivere nel verbale che i controlli erano iniziati alle 16:30 e non al termine del confezionamento del verbale precedente.
Il secondo falso è rappresentato dalla firma apocrifa e falsa, apposta in calce al verbale da una delle tre guardie. Gli agenti si sono infatti rifiutati, senza motivo - a quanto riporta il quotidiano isolano -, di scrivere sul verbale le dichiarazioni spontanee del cacciatore, così come la legge consente, per cui quest'ultimo non ha apposto la sua firma sulla copia del verbale. Ma a questo sembra ci abbia pensato uno degli agenti.