La caccia vale 16 miliardi di euro per l’economia europea. I cacciatori spendono infatti annualmente questa somma aggregata in licenze, affitti, fucili da caccia e munizioni, equipaggiamento e viaggi. Il loro contributo si estende però anche alla società e alla tutela della natura con innumerevoli azioni di gestione del 65% dell’intero territorio dell’UE come la difesa della biodiversità, il contenimento dei danni della selvaggina, il monitoraggio e il sostegno allo sviluppo rurale.
Questi i numeri presentati nel corso della conferenza di martedì 27 settembre “Il Valore Economico della Caccia nell’UE” organizzata al Parlamento Europeo a Bruxelles da Renata Briano, vice presidente dell’intergruppo “Biodiversità, caccia e ruralità” del Parlamento europeo. L'evento ha registrato la presenza di parlamentari e funzionari europei, rappresentanti dell’industria di settore e dei delegati delle associazioni europee che rappresentano oggi 7 milioni di cacciatori.
"La caccia nella sua complessità non può essere misurata soltanto in termini monetari. Va considerata anche come un servizio ecosistemico che produce benefici per le economie e le comunità rurali offrendo alternative di sviluppo sostenibile, una maggiore qualità della vita e un importante fattore nella trasmissione di identità e di tradizioni", spiega una nota al termine del convegno.
“L’impatto della caccia sulle economie nazionali e sull’economia europea - sostiene l’europarlamentare Renata Briano - è decisivo e deve essere tenuto nella giusta considerazione ed integrato nelle future politiche nazionali e comunitarie in materia di biodiversità e di sviluppo rurale”.
Michl Ebner, Presidente della FACE durante il suo intervento ha snocciolato le cifre provenienti da vari studi condotti in Italia, Austria, Inghilterra, Grecia, Francia e Irlanda sostenendo che una metodologia integrata permetterebbe di avere un quadro ancora più preciso del contributo economico dei cacciatori.
“Il nostro è un calcolo conservativo,” sostiene il Presidente Ebner. “Chiediamo alla Commissione Europea di affidare ad EUROSTAT la raccolta statistiche migliori per determinare con maggior precisione il contributo della caccia all’economia, alla biodiversità e allo sviluppo rurale. Va inoltre considerato il contributo da parte dei cacciatori in termini di volontariato. Le azioni di tutela dell’ambiente e della biodiversità non aiutano soltanto la natura ma sono un fattore di sviluppo economico per le economie rurali oggi sofferenti”.
La conferenza ha visto inoltre il contributo di diversi altri relatori che si sono susseguiti come Alain Durand (Fédération Nationale des Chasseurs), Manfred Kind (AKAH), Kate Ives (BASC).