Federcaccia Piemonte contesta apertamente l'operato e le affermazioni dell'assessore Giorgio Ferrero, pubblicate sul quotidiano La Stampa il giorno 27/09/16, in particolare laddove egli afferma come l'operazione di "accorpamento" dei comitati di gestione di ATC e CA sia produttiva di benefici economici per la collettività.
"Al contrario - spiega l'associazione venatoria - il tutto diventerà ben più oneroso, rendendo difficili e costosi gli spostamenti ai membri dei comitati di gestione, tutta gente che presta volontariamente la propria opera ad esclusione del riconoscimento di un minimo rimborso chilometrico per convocazioni e riunioni".
Secondo Fidc Piemonte "le DGR appena approvate hanno l'unica funzione d'indebolire il mondo venatorio, favorendo alcune associazioni politicamente "amiche" e penalizzando esclusivamente Federcaccia Piemonte, che con circa il 60% dei cacciatori piemontesi si troverebbe così ad essere rappresentata in misura eguale a chi ha appena un sesto dei suoi associati: un po' come se il PD avesse in Consiglio Regionale la medesima rappresentanza di SEL o dell' NCD. Noi non l'accettiamo!
Quanto al fatto vi siano esponenti del mondo venatorio presenti sin dal 1995 nei comitati di gestione è certamente vero, ma riteniamo sia questo un problema che investe tutta la società italiana, e basterebbe solo pensare agli attuali rappresentanti piemontesi per trovarne che sono in politica da almeno quarant'anni. In merito poi all'introduzione del principio secondo il quale i componenti chiamati a rappresentare una categoria non debbano esercitare attività ricadenti in altre, è chiaramente discriminatorio, e noi crediamo possa essere addirittura incostituzionale".
Per tutte queste ragioni Federcaccia Piemonte si è già attivata con i suoi legali di fiducia al fine di tutelare nelle sedi più opportune gli interessi del mondo venatorio e della sua associazione. "Se deve essere, sarà un nuovo ricorso, il quinto in due anni, da quando assessore e giunta hanno creduto possibile amministrare l’attività venatoria in regione prestando ascolto alle sole richieste di animalisti ed ambientalisti, e dimostrando sempre scarso o nullo rispetto per i 25.000 cacciatori piemontesi. Abbiamo sempre vinto e sarà così anche questa volta" chiude l'associazione.