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News CacciaBasilicata: ricorso di Wwf, Enpa e Lav contro il calendario venatorio mercoledì 28 settembre 2016 | | Anche in Basilicata gli animalisti dichiarano guerra ai cacciatori. La scorsa settimana Enpa, Wwf e Lav hanno depositato il proprio ricorso contro il calendario venatorio della stagione 2016 – 2017, appena iniziata. In particolare, e come al solito, viene contestato il discostamento da parte dell'ente dalle indicazioni Ispra guida alla stesura dei calendari venatori, documento del 2010, già cassato in diversi procedimenti legali. Come, per fare un esempio, la sentenza del Tar del Lazio del 2012 (N.08640/2012), che cosi si esprimeva sulla validità della guida alla stesura dei calendari dell’ispra del 2010; “ciò detto e, comunque, escluso che la Guida dell’Ispra pubblicata nell’estate del 2010 costituisca lo strumento tecnico di indicazione degli standard minimi di tutela statale”.
La difesa regionale, con ogni probabilità, si baserà sul fatto che tale parere è obbligatorio ma non vincolante, sostenendo la validità della documentazione scientifica presentata a supporto delle proprie scelte. In particolare, così come fanno da anni anche altre Regioni, passando indenni ai ricorsi animalisti, la Regione Basilicata ha utilizzato dati scientifici Nazionali dell’ispra del KC, per giustificare l’apertura del prelievo venatorio alla terza decade di settembre, e la chiusura al 30 gennaio al fagiano e anatidi. Anche le date relative alle specie migratorie, del resto, risultano in linea con le indicazioni riportate nel documento KC redatto dall’Ispra e depositato presso la commissione Ue nel 2002, che prevede il discostamento di una decade di anticipo in settembre e in avanti in gennaio (par. 2.7.9 e 2.7.2).
Dati, insomma, che – non bisogna mai stancarsi di ripeterlo - hanno validità scientifica conclamata e che fanno parte del quadro normativo che regola la caccia in Italia. Al contrario della guida Ispra e dei successivi pareri, che non hanno alcuna validità normativa, così come già stabilito dal Tar. “Solo” illustri pareri clamorosamente fallaci (Ispra ha ammesso di non essere in grado di aggiornarli), per legge contestabili e, quasi sempre, magistralmente contestati.
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