Fioccano le proteste in questi giorni da parte degli animalisti e del Movimento 5 Stelle per la riapertura delle catture degli uccelli da richiamo in Friuli Venezia Giulia. Il provvedimento, approvato dalla Giunta regionale, dopo 14 anni di stop, rimette in attività gli impianti di cattura a Porcia e a Tricesimo a partire da lunedì 3 ottobre 2016, per la cattura di merli, cesene e tordi attraverso l'utilizzo di reti, in modo da potenziare gli allevamenti destinati alla riproduzione di richiami vivi.
E' infatti proprio la forte domanda di richiami ad aver portato al provvedimento, che recita: "atteso che allo stato attuale gli allevamenti presenti in regione, con riferimento alle specie merlo, cesena, tordo bottaccio e tordo sassello e utilizzate come richiamo vivo, non risultano in grado di soddisfare la richiesta proveniente dai soggetti esercitanti l'attività venatoria con conseguente possibile ricorso, da parte di questi ultimi, ad individui di cattura".
Le proteste. La capogruppo
M5S in consiglio regionale dichiara battaglia all'esecutivo Ilaria Dal Zovo, giudicando le catture una "pratica brutale" e illegittima. Dello stesso avviso la
Lipu, che ha annunciato la segnalazione della presunta violazione all'Europa. “La denuncia alla Commissione europea partirà nelle prossime ore – dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu-BirdLife Italia - così come la richiesta al Governo italiano di intervenire immediatamente
al fine di annullare l’atto friulano che, per catturare piccoli uccelli, riapre i roccoli, da tempo opportunamente chiusi. Non dimentichiamo infatti che, anche grazie al nostro contributo e alle centinaia di migliaia di firme raccolte, lo Stato italiano è riuscito ad evitare la condanna da parte della Corte di giustizia europea, prevedendo il sostanziale divieto di cattura di richiami vivi".