L’abbattimento illegale di fauna non ha niente a che vedere con la caccia. La Federazione Italiana della Caccia censura con forza comportamenti contrari alle leggi, dannosi e che gettano discredito su un’intera categoria di persone rispettose e attente
È purtroppo giunta in queste ore la notizia del ritrovamento di un Ibis eremita nei pressi di Thiene (Vi), la cui morte dai primi rilievi pare riconducibile a un colpo di fucile. Stessa causa, confermata, per l’altro esemplare di Ibis rinvenuto il primo di settembre a Punta Ala (Gr). Si aggiungono all’aquila di Bonelli ferita a Licata e purtroppo ad altri esemplari di fauna feriti o uccisi fuori dalle regole di cui si hanno notizie in questi giorni.
Fermo e forte è lo sdegno di Federcaccia per questi episodi e la riprovazione per quanti volontariamente si macchiano di queste azioni ingiustificabili.
Il bracconaggio non ha nulla a che vedere con la caccia e come cacciatori siamo i primi a condannarlo duramente, sotto qualsiasi forma si presenti, che sia nei confronti di specie rare e preziose o che si manifesti come prelievo di specie consentite oltre i numeri o in modi diversi da quelli previsti dalle normative.
Sono episodi che gettano discredito su tutti i cacciatori, e sono l’assoluta maggioranza, rispettosi e consapevoli nel loro agire nella piena legalità. I primi, come dimostrano i tanti commenti a queste notizie che ci sono giunti, a indignarsi e a chiedere posizioni decise verso chi agendo fuori delle regole attira su tutta la categoria la riprovazione dell’intera società, vanificando in un attimo tutti gli sforzi fatti quotidianamente per dimostrare che il cacciatore è cosa ben diversa dalla figura dello sparatore scriteriato presentata da certa comunicazione.
Federcaccia valuterà nei prossimi giorni come prendere provvedimenti concreti contro chi viola le leggi e che non può trovar posto fra le file dei propri associati.
Roma, 10 ottobre 2016
Federazione Italiana della Caccia