Il
Tar della Liguria, con
sentenza breve depositata il 28 ottobre, ha annullato gli effetti della Delibera della Giunta Regionale del 17 giugno scorso, che aveva approvato la caccia in deroga allo storno dal 25 settembre al 15 dicembre. Il provvedimento era già stato sospeso in via cautelare lo scorso 3 ottobre. Lo rendono noto le associazioni animaliste promotrici del ricorso, evidenziando che la Regione è stata condannata a pagare alle ricorrenti (Lega Abolizione Caccia, LAV, Ente Nazionale Protezione Animali) 3.000 euro, oltre alle spese di IVA+ cassa previdenziale avvocati e al rimborso del contributo unificato (bolli) per il deposito del ricorso stesso. Anche lo scorso anno il Tar aveva fatto lo stesso, condannando la Regione al pagamento di 5.000 euro di spese legali alle stesse associazioni per un provvedimento di caccia agli storni analogamente annullato.
Intanto dalla Regione assicurano che presto sarà emanato un nuovo provvedimento per riaprire la deroga, con un correttivo: verrà reintrodotto il divieto in un raggio di cento metri dagli uliveti. "Siamo pronti a recepire l’osservazione del Tar e a varare un nuovo provvedimento per riaprire il prelievo in deroga allo storno fino al 15 dicembre, come previsto dalla delibera precedente, a tutela degli olivicoltori”. Lo annuncia l’assessore regionale all’Agricoltura e alla Caccia Stefano Mai, dopo che il Tar della Liguria ha accolto parzialmente il ricorso di alcune associazioni ambientaliste contro la decisione della Regione Liguria sull’apertura del prelievo in deroga, dal 25 settembre al 15 dicembre.
Il provvedimento aveva ottenuto parere preventivo favorevole da parte dell'Ispra-Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale. “Recependo quanto previsto dalla sentenza di oggi del Tar – spiega l’assessore Mai – introdurremo l’obbligo di abbattimento degli storni nel raggio di 100 metri dagli uliveti e dai nuclei vegetazionali sparsi. Siamo soddisfatti dell’esito della sentenza in quanto non viene messo in discussione l’intero impianto della delibera, ma la richiesta di modifica riguarda solo un punto contro i sei sollevati dalle associazioni. Riteniamo che questo provvedimento sia quanto mai necessario per la salvaguardia della produzione olivicola di quest’anno, limitata nelle quantità, ma pur sempre di elevata eccellenza a livello qualitativo”.