Il Senato nella seduta di mercoledì 9 novembre ha analizzato e
approvato tutti i 26 articoli della riforma della Legge 394/91, la legge quadro sulle aree protette. Passa la
nuova impostazione organizzativa, con il rafforzamento del ruolo dei Presidenti e lo snellimento dei consigli direttivi. Passa anche la
nuova procedura di nomina dei direttori che saranno scelti dal Consiglio direttivo da una terna di nomi secondo requisiti prestabiliti. Approvati una serie di emendamenti che hanno
eliminato la rappresentanza diretta istituzionale di Federparchi degli enti gestori, come per altro richiesto da un documento firmato da molte associazioni ambientaliste. Viene previsto un piano del Parco, con valenza paesaggistica, per valorizzare il territorio e per definire obiettivi di conservazione; si introducono
nuove forme di finanziamento (concessioni, contributi per i servizi ecosistemici, ticket per i visitatori, cinque per mille, contratti di sponsorizzazione)
; si attribuisce a Ispra un ruolo specifico di sostegno alla ricerca; si conferisce al Governo una delega per istituire il parco del delta del Po. Si esplicita il divieto di caccia nei parchi e si disciplina il contenimento della fauna selvatica.
Cambia la gestione della caccia nelle aree contigue. Le regole sono stabilite dal regolamento del parco e annualmente l'attività venatoria è regolamentata dall'Ente parco, sentiti la Regione (a cui finora spettava ogni decisione) e l'ambito territoriale di caccia competenti, acquisito il parere dell'Ispra. La caccia in queste aree può essere esercitata solo dai soggetti aventi facoltà di accesso all'ambito territoriale di caccia comprendente l'area contigua. Per esigenze connesse alla conservazione del patrimonio faunistico, l'Ente parco, sentiti la regione e gli ambiti territoriali di caccia interessati,
acquisito il parere dell'Ispra, può disporre, per particolari specie di animali, divieti e prescrizioni riguardanti le modalità e i tempi della caccia, che saranno recepiti dai calendari venatori. Respinti in toto gli emendamenti proposti dalla Lega che chiedevano di ridurre il potere dei Parchi nella regolamentazione dell'attività venatoria nelle zone esterne.
La riforma ha infatti anche previsto che
la gestione di Sic e Zps ricadenti, interamente o parzialmente, in un parco nazionale o regionale, in una riserva naturale statale o regionale o in un'area protetta marina, divenga
competenza del corrispondente ente gestore. Ma anche che, sempre parlando di
Aree Natura 2000, le aree esterne potranno essere affidate in gestione agli enti gestori delle aree protette. Il che può voler dire che i Parchi possono escludere i cacciatori da una Zps, cosa che contraddice la stessa natura di queste aree, la cui conservazione nello spirito della direttiva Habitat è interconnessa con le attività rurali, come la caccia, la pesca e l'agricoltura.
All'articolo 9 (Gestione della fauna selvatica) passa un emendamento della Senatrice De Petris che alza al 50% (nel testo della Commissione era il 2) la parte di quota destinata ad Ispra proveniente da ogni introito ricavato dalla vendita degli animali abbattuti o catturati nelle operazioni di gestione. La legge dispone anche la finalità. I soldi andranno direttamente in un appoosito capitolo di entrata del bilancio dell'Ispra
per finanziare ricerche su metodi di gestione non cruenti della fauna selvatica.
All'articolo 12 è stato approvato l'emendamento del senatore Sollo (PD) che sopprime il comma relativo ai consorzi di gestione. All'articolo 17, in materia di sanzioni, sono stati approvati gli emendamenti del senatore Piccoli e D'Alì che riducono a 25 mila le sanzioni (da 50 mila euro) previste nell'ambito bilanci, autorizzazioni e regolamenti.
Approvato l'articolo 26, che conferisce una delega al Governo per l'introduzione di un sistema volontario di remunerazione dei servizi ecosistemici, è stato accolto l'emendamento aggiuntivo a prima firma del senatore Fravezzi recante una clausola di salvaguardia per Regioni speciali e province autonome.
Ora si attende solo il voto finale del Senato. Poi, ovviamente, la parola passerà alla Camera.