A venticinque anni dalla sua approvazione, il Senato, snaturandone i presupposti, approva
modiche inadeguate alla legge sulle aree protette che ha garantito la conservazione della natura e la salvezza di una parte cospicua del territorio italiano. La questione ora si sposta alla Camera dei Deputati dove le associazioni ambientaliste faranno di tutto per far sentire una va ben oltre loro e coinvolge tutto il mondo della cultura e della scienza del nostro Paese”.
Così regisce all'ok del Senato alla Riforma sulla legge 394/9 il folto gruppo di associazioni ambientaliste (Ambiente e Lavoro, AIIG – Associazione Insegnanti di Geografia, Club Alpino Italiano, Centro Turistico Studentesco, Ente Nazionale Protezione Animali, FAI – Fondo Ambiente Italiano, Greenpeace Italia, Gruppo di Intervento Giuridico, Italia Nostra, LAV – Lega Antivivisezione, Legambiente, Lipu, Marevivo, Mountain Wilderness, Pro Natura, SIGEA, WWF Italia) che aveva inviato un documento correttivo sulla riforma.
"Numerosi e tutti molto preoccupanti sono i punti più critici del disegno di legge approvato al Senato: Una
modifica della governance delle aree protette che peggiora la qualità delle nomine e non razionalizza sufficientemente la composizione del Consiglio direttivo, in cui viene prevista la presenza di portatori di interessi specifici e non generali come deve essere. Non vengono definiti strumenti di partecipazione dei cittadini né la previsione di comitati scientifici; Una governance delle Aree marine Protette che non prevede alcuna partecipazione delle competenze statali e individua Consorzi di gestione gli uni diversi dagli altri; L’
assenza di competenze specifiche in tema di conservazione della natura di Presidente e Direttore degli Enti Parco; Un
sistema di royalties che, pur legato ad infrastrutture ad alto impatto già esistenti, deve essere modificato per evitare di condizionare e mettere sotto ricatto i futuri pareri che gli enti parco su queste dovranno rilasciare;
Una norma che attraverso la “gestione faunistica”, con la governance prevista, acuirà le pressioni del mondo venatorio; L’istituzione di un fantomatico Parco del Delta del Po senza che venga definito se si tratti o meno di un parco nazionale, quando peraltro la costituzione di questo, come Parco Nazionale, è già oggi obbligatoria ai sensi dalla legge vigente. Non si vietano le esercitazioni militari nei parchi e nei siti natura 2000; Non si garantisce il passaggio delle Riserve naturali dello Stato, del personale e delle risorse impegnato, ai parchi".
Giudizio positivo, invece, da Federparchi, che dichiara: "la legge sui parchi, approvata oggi al Senato, è un grande passo avanti per le aree protette italiane. “Il percorso per 'chiudere' la legge deve ancora concludersi – commenta il presidente di Federparchi Europarc Italia Giampiero Sammuri – ma siamo convinti che ormai il più è fatto. E’ un risultato importante, storico”. E ancora: "siamo contenti del fatto che diverse nostre proposte siano state recepite e inserite nel testo del Ddl. Ci auguriamo adesso che la Camera esamini velocemente il provvedimento e si concluda l'iter".