Il Veneto intende costituire il Servizio regionale di Vigilanza, accorpando guardie provinciali e ispettori regionali in un unico corpo diretto e organizzato dalla Regione, al quale affidare le attività di vigilanza e di controllo in materia ambientale, agroalimentare, faunistica e venatoria su tutto il territorio regionale. Questo l’obiettivo del disegno di legge che la Giunta regionale del Veneto ha approvato nell’ultima seduta, su proposta dell’assessore all’agricoltura Giuseppe Pan, di concerto con il vicepresidente Gianluca Forcolin. Il testo di legge, elaborato d’intesa con i rappresentanti dei corpi di polizia provinciale, è stato trasmesso alla conferenza permanente delle autonomie locali e al Consiglio regionale per l’iter istruttorio.
“A seguito dalla riforma Delrio e del riordino delle funzioni delle Province – dichiara il vicepresidente Forcolin – la Regione Veneto, con legge regionale n. 19/2015, ha mantenuto in capo alle Province tutte le funzioni non fondamentali assumendosi l’onere di pagare il personale e del costo della funzione, tra cui appunto i corpi di polizia provinciale. Ci siamo quindi interrogati su come valorizzare professionalità e competenze dei circa 180 agenti dei corpi di polizia provinciale. Da qui l’iniziativa legislativa di far confluire in un unico servizio organizzato su scala regionale l’organico risultante dal trasferimento nei ruoli regionali del personale attualmente dipendente dalle Province e della Città metropolitana di Venezia addetto alle attività di polizia provinciale correlate alle funzioni non fondamentali, e l’organico del Nucleo regionale ispettori di vigilanza nel settore primario, di cui alla legge regionale n. 88/1980. L’accorpamento e la riorganizzazione garantiranno ai 174 ex dipendenti delle Province e ai 12 ispettori del Nucleo regionale di vigilanza tutte le indennità, le qualifiche e il trattamento economico di cui sono titolari”.
“Nel gestire il servizio di vigilanza faunistico venatorio – rileva l’assessore Pan – è sempre più avvertita l’esigenza di superare l’attuale difformità di organizzazione e gestione dei servizi provinciali. Dato che ormai da un anno i funzionari provinciali che svolgono questo tipo di attività, che non rientra tra le funzioni fondamentali rimaste in capo alle Province, sono pagati interamente dalla Regione, e dovendo assicurare uniformità e coordinamento alle funzioni di vigilanza in tutto il territorio regionale, come ad esempio il controllo del bracconaggio, con questo provvedimento sarà possibile pianificare e gestire al meglio, e in modo più efficace, la vigilanza e il controllo venatorio, ittico e ambientale su tutto il territorio regionale, trasferendo gli agenti provinciali nel ruolo regionali”.
I futuri agenti del Servizio regionale di vigilanza avranno il compito di vigilare su tutela e salvaguardia della fauna selvatica e dell’attività di caccia, nonché sulla fauna ittica e sulla pesca nelle acque. Avranno inoltre il compito di controllare le attività e i mercati agricoli, l’impiego di prodotti e fitofarmaci nelle colture, e di prevenire e reprimere le frodi agroalimentari. Infine, spetterà loro ogni ulteriore compito che leggi regionali e nazionali abbiano affidato alle Polizie provinciali, come la vigilanza in materia di cave e attività estrattive o in materia di accoglienza e turismo.
L’istituzione del nuovo servizio regionale – esplicita il disegno di legge presentato – avviene a costo zero, in quanto costituito da personale che già rientra nell’organico regionale. (Regione Veneto) |