In Emilia Romagna la popolazione di caprioli è passata dai 3.939 censiti nel 2005 a 22.539 nel 2013 (in Italia nel 2016 ne sono stati censiti 482.500) con un incremento, su base nazionale del 465% dal 1980. Il dato, fornito da Enrico Merli, funzionario della Regione Emilia Romagna, esce da un recente dibattito svoltosi all'accademia dei Georgofili, con la partecipazione di Confagricoltura Piacenza, che ha incentrato i propri interventi sul tema dei danni alle coltivazioni. Principale imputato il cinghiale, responsabile dei danni liquidati dagli ATC con il 96% dei fondi destinati. In tutto sono 22.150 i cinghiali abbattuti nell'ultima annualità censita dall'osservatorio faunistico regionale.
Positivo l'intervento dell'Assessore regionale Simona Caselli: “abbiamo un quadro normativo completo. Abbiamo i dati che ci servono. Con il nuovo piano faunistico venatorio – ha detto l'assessore – avremo degli obiettivi di gestione chiarissimi, ma dobbiamo riformare la pianificazione delle azioni gestionali: chi fa cosa e come lo fa, perché oggi non funziona. Sulla questione dei danni da fauna o facciamo un'alleanza nuova o non ne usciamo. Mi faccio carico di chiedere interlocuzioni e portare soluzioni nelle sedi competenti. Se va modificata una direttiva europea andiamo in quella sede. La mia preoccupazione, una volta redatto il piano faunistico, è però far sì che funzioni facendo interagire correttamente i vari attori sul territorio che oggi non interagiscono. Gli obiettivi devono essere rispettati. Sulle specie non protette impattanti - ha poi aggiunto - bisogna adottare misure gestionali anche drastiche nei territori con maggiore criticità”.