Come si apprende da diverse fonti stampa, la Regione Abruzzo ha presentato un disegno di modifica del Regolamento di gestione degli ungulati, in parte per adeguarsi al riordino delle Province, ma in larga misura per rispondere ai tanti appelli giunti da sindaci e agricoltori per la situazione di emergenza creata da un'eccessiva espansione del cinghiale. Un folto numero di sindaci del chietino nelle scorse settimane aveva avanzato al Prefetto Corona la necessità di attivare decreti di abbattimento in situazione di urgenza.
Due le proposte presentate. La prima, firmata da 13 Consiglieri di maggioranza (Pepe, Berardinetti, Mariani, Di Pancrazio, Paolucci, D’Alessandro, Olivieri, Monticelli, Paolini, Monaco, Calducci, Petrucci, Gerosolimo), ivi compreso l’Assessore alle politiche venatorie Dino Pepe, prevede sostanzialmente una nuova ripartizione dei compiti, tra Regione e ATC, assegnando alla Regione competenze di programmazione, pianificazione territoriale ed agli Atc quelle di gestione diretta ed altre, eventualmente, su delega della Regione. In questa proposta, condivisa tra le altre anche con tutte le Associazioni di categoria agricole (Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri), si prevede la riapertura alla caccia in braccata, oggi vietata, anche nelle aree non vocate, dove la specie si è insediata negli ultimi anni creando un vero clima di allarme sociale, con il ripetersi di incidenti stradali ed aggressioni ai cittadini nelle zone periurbane.
La seconda proposta, che porta la firma di 4 Consiglieri di minoranza (Gatti, Sospiri, Febbo, Iampieri) e di taluni Atc, prevede invece il mantenimento del divieto di svolgere le cacce collettive ed il passaggio di tutte le competenze delle ex Province agli Atc, ivi compresa la redazione di tutti i Piani di gestione e caccia alla specie.
Commenta l'Arci Caccia: “le modifiche proposte dall’Assessorato oltre a conseguire il necessario adeguamento ai nuovi riferimenti normativi, seguendo l’intendimento della L.157/92 e della L.R. 10/2004, apportano adeguati correttivi al testo vigente per far fronte all’inedita presenza dei cinghiali fin sulla costa abruzzese. Il paradosso presente invece nella bozza presentata dalla minoranza - denuncia Arcicaccia - si trova nel fatto che da un lato aumentano le competenze (non proprie) degli Atc e con esse le spese dei tecnici per la redazione dei 33 piani di gestione che ogni anno dovranno redigere gli stessi Atc abruzzesi, e che le spese di questa manovra ricadranno esclusivamente sui cacciatori i quali sarebbero tenuti a pagare una somma, prevista al comma 25, di circa 800 euro per ciascuna squadra e 40 euro per ogni cacciatore singolo".
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