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News CacciaDeroghe, UE risponde a interrogazione italiana: nessun obbligo sulla piccola quantità venerdì 9 dicembre 2016 | | Un paio di mesi fa, gli eurodeputati Briano, Comi, Cicu, De Castro, Sernagiotto e Zoffoli, hanno rivolto alla Commissione UE un'interrogazione parlamentare per sapere se il comportamento di Ispra, che da anni ammette la propria impossibilità del calcolo delle piccole quantità per l'applicazione della caccia in deroga (lettera c), fosse in qualche modo un'inadempienza attribuibile allo Stato Italiano nella corretta applicazione della Direttiva Uccelli.
La risposta del Commissario UE per l'Ambiente, Karmenu Vella, è no. Non c'è nessuna omissione nella mancata presentazione di dati scientifici di questo genere, perché, evidenzia il Commissario “gli Stati membri possono scegliere il modo migliore per affrontare le lacune in termini di conoscenze nell’attuazione della direttiva”. L'articolo 10, viene aggiunto, invita i membri Ue ad incoraggiare le attività di ricerca, ma “non vi è alcun obbligo di effettuare studi dettagliati”. Per quando riguarda la caccia in deroga, la Commissione evidenzia che “le nuove disposizioni nazionali "hanno contribuito a migliorare il rispetto della direttiva stessa in Italia”. Il che significa non applicarle, o applicarle soltanto per ridurre i danni all'agricoltura, con tutte le complicazioni tecniche che conosciamo.
Per quanto riguarda il metodo di determinazione del calcolo delle cosiddette “piccole quantità”, la Commissione rimanda alla risposta che diede nel 2013 all'onorevole Giancarlo Scottà, allora europarlamentare. “La 'piccola quantità' - scriveva l'allora Commissario Potocnik - dev'essere calcolata in base a solidi dati scientifici. La Commissione raccomanda quindi alle autorità degli Stati membri intenzionate a concedere una deroga a norma dell'articolo 9, paragrafo 1, lettera c), della direttiva uccelli di accertare in ogni specifico caso, tramite i loro istituti scientifici, se siano disponibili dati adeguati e pertinenti e se siano soddisfatte le condizioni stabilite dalla direttiva”.
Ovvero, ricapitolando: l'Europa “raccomanda” la disponibilità di dati scientifici solidi ai Paesi che vogliano attivare le deroghe, ma non obbliga gli istituti scientifici in tal senso, e soprattutto, non spiega quale sia il metodo infallibile da un punto di vista tecnico per tale determinazione. Della serie, fate vobis. E che Dio v'assista. I proponenti si sono dichiarati insoddisfatti e hanno richiesto un nuovo confronto con Vella sull'argomento. | Leggi tutte le news | |
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