Dopo il dietrofront del vescovo di Trento Lauro Tisi, la tradizionale messa di San Uberto quest'anno si è svolta a Viarago, con i rappresentanti delle riserve e dell'Associazione cacciatori trentini. A celebrarla Don Dario Sittoni, che è anche cacciatore da quasi sessant'anni (sacerdote lo è da 45 anni).
Le proteste animaliste hanno colpito anche lui ma non hanno scalfito la sua anima di cacciatore e la propria convinzione di agire nel rispetto della chiesa e dei comandamenti. Considerazioni che sono emerse durante la messa di Virago. “È vero che siamo un po’ contestati – ha detto don Dario - ed è capitato anche a me quando mi hanno dato dell’assassino. Perdonateli! Non sanno quello che dicono, perché vivono in un contesto tutto diverso dal nostro: noi viviamo immersi nella natura, ma chi vive in un condominio di Milano crede che un capriolo sia la stessa cosa di un coniglio domestico. Hanno perso il buon senso”.
“Io non ho preso niente quest’anno – ha poi aggiunto sulla propria stagione venatoria - ma non è questo l’importante. È frutto dell’età. Il vero bottino sono i ricordi, perché noi cacciatori viviamo di ricordi. Sono il collante e il tessuto dell’amicizia: è questo uno dei frutti più belli della nostra associazione”. (L'Adige)