Il Consiglio regionale, nella seduta di martedì 13 dicembre, ha approvato il testo della nuova legge sugli ATC con 21 voti a favore, nove contrari e tre astenuti. La “riforma”, che giunge dopo la dichiarazione di illegittimità da parte della Corte Costituzionale della precedente legge regionale, non si limita a ridefinire numero e confini degli ATC (quindici al posto dei precedenti diciannove governati da nove Comitati secondo la norma dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale) ma detta anche regole per il loro funzionamento.
“L’impianto della nuova legge mortifica immotivatamente ruolo e funzioni dei Comitati di Gestione, appare improntato ad una diffidenza conclamata verso i cacciatori, gli agricoltori e verso i comitati di gestione degli ATC, con indicazioni che contraddicono le stesse normative nazionali in matteria di appalti e mette a serio rischio la possibilità di operare una efficace gestione di fauna e territorio” sostiene la Confederazione Cacciatori Toscani - cui aderiscono Federcaccia, Arcicaccia ed Anuu toscane - che sino all’ultimo si è battuta per emendare il testo approvato dal Consiglio. Un’interlocuzione quella della CCT con le Istituzioni che, nel corso del confronto con l’Assessore e poi nella consultazione con la II Commissione Consiliare, è riuscita solo in parte ad evitare soluzioni pasticciate, affacciate con indubbia fantasia dagli uffici del competente assessorato nella singolare girandola di ipotesi prospettate a proposito del numero e dei confini degli ATC.
Accolto il principio della rappresentatività nella designazione dei membri dei Comitati di Gestione, come peraltro dettato dalle sentenze del Consiglio di Stato ma incomprensibilmente disattesa la proposta di garantire continuità alla gestione, evitando turn over forzati con norme sul limite dei mandati che appaiono decisamente illegittime ed appellabili e con una domanda che sorge spontanea: sono forse disponibili, i consiglieri, ad introdurre una analoga norma sui loro mandati?”.
Neppure la richiesta di una tabellazione dei confini, che, possibile in molti casi, consentisse di riutilizzare le vecchie tabelle al fine di operare all’insegna del risparmio, ha trovato accoglienza. “Dopo le ripetute dichiarazioni di disponibilità e di apertura – manda a dire la Confederazione dei Cacciatori Toscani – la conclusione inevitabile da trarre è che non vi è stata una reale volontà politica ad ascoltare la principale espressione organizzata del mondo venatorio, le cui valutazioni peraltro erano condivise anche da altre componenti sociali presenti ai tavoli. Confederazione che ha sempre formulato proposte costruttive e improntate alla necessità di garantire un governo organico della materia, all’altezza dei problemi sul tappeto.
Non è la prima volta, in questa legislatura regionale, che si assiste a questa “mancanza di ascolto”. A breve sarà tempo - dati numerici alla mano, a partire dalla quantificazione dei danni alle produzioni agricole - di verificare gli esiti del primo anno di vigenza della legge obbiettivo sugli ungulati: un passo indietro rispetto alla normativa precedente che sarebbe bastato applicare compiutamente per raggiungere i risultati necessari.
La Toscana merita di più e di meglio: basta con politiche frammentarie e di corto respiro, l’improvvisazione, la rincorsa delle emergenze: la Confederazione Cacciatori Toscani rinnova la richiesta di una Conferenza regionale sulla Caccia per definire scelte organiche e strategie pronta alla mobilitazione assieme a tutti gli interlocutori .
Firenze, 14 dicembre 2016
Confederazione Cacciatori Toscani
(Federcaccia – Arcicaccia – ANUU)