Tra i mille toni allarmistici, non è passata inosservata l'autorevole presa di posizione dell'Assessore lombardo Gianni Fava sulla situazione bracconaggio in Italia, decisa e critica con chi sta tentando di dipingere il nostro paese, e in particolare la Lombardia, come la patria del delitto di caccia. Così, il maldestro tentativo, decisamente esagerato, di far chiudere in toto la caccia da parte dei pentastellati lombardi, si è concluso con un clamoroso autogol, con l'Assessore regionale che convoca le associazioni venatorie di fronte ai grillini, non tanto per bacchettare le prime ma al contrario per mettere un freno alla speculazione anticaccia.
Serve un maggiore dialogo e una maggiore collaborazione, perché i reati contro il patrimonio faunistico ci sono e vanno combattuti, ha ribadito Fava, ma “nei numeri è un fenomeno modesto” e di certo “non tale da spingerci a gesti estremi nei confronti dell'attività venatoria”. Bene, uno a zero per i cacciatori, quelli onesti, che sono la quasi totalità, in Lombardia, come in tutta la nazione.
E a dimostrarlo sono i numeri, verissimo. Basta pensare che in Italia i delitti (termine generico per reato, di rilevanza penale), dal rapporto dell'ultimo anno del Ministero dell'Interno, sono in totale 2.416.588 ( in media il 4% della popolazione). Mentre i reati venatori sono, stando alle cifre di parte della Lac, 596 (e coinvolgono un totale di 1325 persone). Il rapporto reati/popolazione dei cacciatori determina che a delinquere sono lo 0,8% del campione. Neanche un quinto del dato relativo all'intera popolazione, che, ripetiamo, corrisponde al 4%. Non male visto che a scovare i “delitti” dei bracconieri, oltre alle forze dell'ordine concorrono anche le guardie forestali, le ex provinciali e le guardie volontarie, in parte anticaccia.
La maggiore incidenza della capacità di delinquere nel totale della popolazione, rispetto alla sola categoria dei cacciatori, è evidente anche se si dà una scorsa al totale delle infrazioni del codice della strada. Su 39 milioni di patentati, si contano oltre 2 milioni e cinquecentomila infrazioni, ovvero: il 6% degli aventi patente delinque.
Insomma: mentre ci dobbiamo dissociare da qualsiasi comportamento di chi, a caccia, non rispetta le regole, e adoperarci per una sempre maggiore consapevolezza dell' importanza che riveste il ruolo di cacciatore anche nella società contemporanea, dobbiamo anche ricordare che, rispetto alla realtà, i comportamenti del cittadino cacciatore sono di gran lunga più virtuosi rispetto a quelli del cittadino comune.