Nel programma di Francois Fillon, candidato del centro destra per le presidenziali in Francia (marzo 2017), si parla abbondantemente anche di caccia. Il leader dell'area moderata e conservazionista francese, ne ricorda l'importanza economica (25 mila posti di lavoro e 2,5 miliardi di euro di valore), e punta alla conservazione delle tradizioni venatorie, “parte integrante – scrive nel programma – del nostro patrimonio e della nostra cultura”.
In Francia, si sottolinea nel documento, i cacciatori hanno istituito strutture forti ed efficaci nella gestione della caccia e per l'attuazione dei programmi di gestione della fauna selvatica. "La Fédération Nationale des Chasseurs (FNC) – scrive Fillon - raccogliendo le federazioni dipartimentali, ha permesso una notevole evoluzione delle conoscenze scientifiche per la gestione delle specie, rafforzando la sicurezza e il controllo dei danni”. Tra le proposte figura anche quella di consolidare l'Ufficio Nazionale per la Caccia e la Fauna Selvatica (ONCFS) il cui bilancio è coperto dalle quote prelevate direttamente sulle licenze di caccia e separarne il campo di applicazione dall'agenzia per la biodiversità.
Fillon evidenzia che con la Direttiva Uccelli la Francia ha visto ridursi in modo significativo specie e periodi di caccia, a causa, dice, dell'influenza dei paesi del nord Europa, che hanno rigettato a priori le pratiche tradizionali francesi (che in parte continuano in deroga). La maggior parte di queste limitazioni, secondo Fillon, si basano su criteri dettati dal sentimentalismo più che su concrete basi scientifiche. Il leader del centro-destra francese propone dunque di estromettere la Commissione Europea dalla competenza generale sulla caccia e nel contesto di un negoziato più ampio di regolamenti e direttive europee, di affrontare le difficoltà interpretative riscontrate dalla caccia francese favorendo l'applicazione del principio di sussidiarietà, prevedendo l'introduzione di applicazioni per deroghe.
“Oggi l'Europa troppo spesso si intromette in ciò che dovrebbe essere responsabilità e competenza delle nazioni e delle regioni! Gli Stati devono ritrovare la capacità di decidere in tutti i settori che non rientrano strettamente nella politica europea”, evidenzia Fillon.