"Siamo interessati a costruire con i cacciatori un rapporto franco e leale, basato sull’assunzione di responsabilità da parte delle associazioni venatorie che possono partecipare, attraverso progetti concreti, alla salvaguardia dell’Orso bruno marsicano”. E' quanto dichiarato negli scorsi giorni da Antonio Carrara, presidente del Parco Nazionale di Lazio Abruzzo e Molise commentando l’articolo di Fulco Pratesi sul Corriere della Sera dedicato alla tutela di questa specie.
“L’ottimo pezzo di Pratesi – continua Carrara – descrive con dati puntuali le principali cause d’estinzione degli orsi marsicani dagli anni ’70 ad oggi. La principale tra queste, anche se con numeri decrescenti rispetto al passato, è rappresentata dal bracconaggio, attività illecita e illegale oltre che minacciosa per la biodiversita’. Cacciatori e bracconieri non sono la stessa cosa, come dimostra l’interlocuzione che abbiamo avviato negli ultimi anni con le associazioni venatorie tramite progetti condivisi basati su evidenze scientifiche e finalizzati alla compartecipazione dei cacciatori alla salvaguardia dell’orso marsicano. Tra le attivita’ possibili vi e’ certamente la minimizzazione dell’impatto dell’attività venatoria nelle aree esterne al Parco, oltre al supporto nell’opposizione a chi, in quel mondo, non intende rispettare le regole. O ancora, sfruttare le conoscenze dei cacciatori dei territori in cui vive l’orso per operazioni di controllo, segnalazione e monitoraggio, fondamentali per prevenire la seconda grande causa di morte degli esemplari: l’avvelenamento".
"Qualche passo in questa direzione è stato gia’ compiuto – ha concluso Carrara – attraverso un protocollo d’intesa firmato con i rappresentanti delle principali associazioni venatorie nazionali e attraverso le attivita’ e il progetto sulla tutela dell’orso marsicano portato avanti dalla Fondazione UNA Onlus, che concilia al proprio interno rappresentanti del mondo ambientalista, venatorio e dei parchi. La direzione, che e’ quella della ricerca dell’equilibrio tra pratica venatoria legale e salvaguardia della biodiversita’ e’ gia’ tracciata, adesso bisogna passare dalle parole ai fatti”. (AGI)