Da arcicaccia Toscana riceviamo e pubblichiamo.
Arci Caccia. Un Consiglio Nazionale quasi kafkiano
Erano molti i temi scritti nell’ordine del giorno di convocazione del Consiglio Nazionale Arcicaccia del 20 dicembre 2016 - il primo Consiglio Nazionale, a più di tre mesi dal Congresso Nazionale di Fiuggi che aveva eletto i nuovi organismi dirigenti. Erano molti ma il tema dominante, almeno nella prima fase del dibattito, è stato soltanto uno: processare quel gruppo dirigente regionale della Toscana reo di aver concepito un progetto di politica venatoria alternativo a quello del gruppo dirigente nazionale e reo di aver sostenuto quel progetto con una specifica mozione congressuale che aveva nel titolo “Per la Casa Comune dei Cacciatori Italiani”.
Che spirasse un’aria da tribunale lo si era capito fin dai primi passaggi della relazione introduttiva del Presidente Nazionale, relazione dedicata in modo pressoché esclusivo alla “questione toscana” e condensata in una “Nota integrativa all’ordine del giorno”. Codesta nota elencava tutta una serie di capi d’accusa (declino del tesseramento 2016, dimissioni del Presidente del Collegio dei Sindaci Revisori, ristorno ai circoli, nuovi confini e nuove competenze degli ATC) rivolti alla dirigenza regionale toscana: capi d’accusa raccolti per l’occasione durante la riunione di Firenze del 9 dicembre - imposta dalla Presidenza Nazionale - alla quale avevano partecipato, in larga misura, quei dirigenti e quei militanti toscani dell’allora Mozione 1. Naturalmente tutte le denunce e tutte le critiche espresse in quella riunione, provenendo da noti e meno noti depositari della verità, erano state accolte in toto dalla Presidenza Nazionale ed erano diventate un dossier (la “Nota integrativa”, per l’appunto) funzionale per attivare il processo da tenersi in sede di Consiglio Nazionale, trasformato per l’occasione in una sorta di tribunale.
Subito dopo la relazione del Presidente Nazionale è intervenuto il Presidente Regionale della Toscana che, denunciando con forza la strumentalità e l’infondatezza di tutte queste accuse, ha messo in luce le vere motivazioni politiche che spiegano l’origine e la prosecuzione dei reiterati attacchi che ormai da tre anni vengono portati alla Toscana. Il Presidente Regionale ha denunciato come da parte della Presidenza Nazionale vi sia stata, e purtroppo sembra esserci ancora, la pervicace volontà di voler uniformare percorsi, esperienze e culture ad un unico codice di comportamento cioè quello della maggioranza.
Per quanto concerne l’accusa più bruciante, ossia quella di non aver favorito il dibattito nell’associazione sull’importante tema del riordino degli ATC toscani, un successivo intervento (di Alberto Ratti) ha certificato puntigliosamente l’impegno, le iniziative, la capacità di coinvolgimento profuse dalla dirigenza regionale toscana. A questo proposito, al termine dell’intervento è stata consegnata alla Presidenza, oltre al testo dell’intervento stesso, una copiosa documentazione dalla quale si evince chiaramente l’infondatezza delle critiche e delle accuse.
Fra gli interventi successivi merita una citazione quello di un Vicepresidente Nazionale, il quale, evidentemente a proprio agio nel clima tribunalesco instauratosi, ha deposto la toga da avvocato - professione che svolge nella vita - per indossare quella del Pubblico Ministero: il tema più forte della implacabile requisitoria è stato la presunta irregolarità - a proposito del bilancio consuntivo 2015 di Arci Caccia Toscana - della presenza nel Collegio dei Sindaci Revisori di persona legata all’Arci Caccia da un rapporto di lavoro dipendente. Evidentemente il Vicepresidente Nazionale ignorava che l’incompatibilità fra l’essere dipendenti e ricoprire quel ruolo è stata sancita dal nuovo Statuto approvato dal Congresso Nazionale l’11 settembre 2016, mentre il bilancio della Toscana era stato approvato dal Direttivo Regionale il 29 agosto 2016 e la relazione del Collegio era del 24 giugno 2016.
Questo continuo tiro al bersaglio, questo clima da inquisizione ha suscitato l’indignazione di Silvano Marchi, neo Consigliere Nazionale, che in un appassionato intervento ha difeso le buone ragioni dell’Arci Caccia Toscana. Sulla stessa linea anche l’intervento di Maurizio Pancani.
A onor del vero, nel prosieguo del dibattito - sempre con al centro le vicende della Toscana - si è registrato anche qualche intervento improntato alla ragionevolezza. Particolarmente apprezzabile, per equilibrio e pacatezza, quello del Presidente Arci Caccia dell’Emilia Romagna.
Forse è anche a seguito di questi interventi che, nelle conclusioni, il Presidente Sorrentino ha attenuato l’asprezza dei toni e delle parole ed ha usato espressioni che sono sembrate propiziare una possibile ricomposizione nonché l’avvio di una fase costruttiva incentrata sul merito delle questioni di politica venatoria e sulla correttezza nei rapporti: se ciò si realizzasse sarebbe un bene per l’Associazione e per le prospettive della caccia in Italia. Noi siamo convinti che ci sia ancora lo spazio, il modo e la possibilità di riscoprire questo respiro. E’ una questione di volontà politica. Se questa volontà ci fosse, sarebbe ancora possibile, nel rispetto degli equilibri congressuali e delle prerogative di ciascuno, individuare percorsi, metodi e iniziative che siano in grado di favorire, sviluppare e sostenere, sino al limite più avanzato politicamente e giuridicamente possibile, i processi unitari del territorio che necessitano - stante il grado di maturazione raggiunto come quello della Toscana con l’esperienza della Confederazione dei Cacciatori Toscani - di compiere ulteriori passi in avanti. In questo modo sarà possibile concorrere al raggiungimento - o comunque al sensibile avvicinamento - dell’unità organica del mondo venatorio italiano, precondizione essenziale per far fronte alla nostra crisi e puntare con slancio al futuro.
Il nostro auspicio è che la richiesta di incontro che il Presidente Sorrentino ha avanzato alle associazioni venatorie che in Toscana compongono la CCT - alla presenza dei loro Presidenti Nazionali - favorisca questa evoluzione.
Firenze, 30 dicembre 2016
L’Ufficio di Presidenza di Arci Caccia Toscana
I Consiglieri Nazionali presenti al Consiglio Nazionale del 20 dicembre 2016
(Pierino Barsotti, Silvano Marchi, Maurizio Pancani, Alberto Ratti)
P.S. A conclusione di questa nota leggiamo con stupore sul sito nazionale dell’associazione che le conclusioni e la relazione introduttiva del Presidente Nazionale sono state accolte con voto unanime del Consiglio Nazionale. Al Presidente Regionale della Toscana ed ai soprascritti Consiglieri Nazionali non risulta che vi sia stata una votazione sulla relazione introduttiva. Del resto, basta leggere i testi scritti o riascoltare quelli espressi “a braccio” (esiste la registrazione) nei nostri interventi per verificare che toni e contenuti della relazione introduttiva del Presidente Nazionale erano per noi assolutamente inaccettabili.