All'inizio di gennaio l'Ufficio territoriale regionale di Brescia ha revocato il permesso ai capanni da caccia acquatici sul lago d'Iseo, situati vicino alla riserva naturale delle Torbiere del Sebino. Il tutto a seguito di una lunga battaglia legale a colpi di ricorsi e di esposti alla magistratura da parte della Lega per l'Abolizione della caccia e dall'associazione Gruppo di Intervento Giuridico.
Si tratta di sei appostamenti in tutto, che, occorre ribadirlo, sono preesistenti sia all’istituzione dell’area SIC-ZPS delle Torbiere d’Iseo, sia allo spostamento dei confini della Riserva Naturale, avvenuto nel 2011, e per questo si trovano a meno di 400 metri dal nuovo confine. Nel 2014, a seguito di un dettagliato studio condotto da Federcaccia, che ha analizzato le tendenze decennali degli abbattimenti di anatidi e folaga, gli appostamenti hanno passato la valutazione di incidenza imposta dalla Regione, dimostrando che l'attività venatoria da appostamento in quella zona non ha avuto un effetto negativo sulle presenze di uccelli nella riserva. Ma l'apertura di un caso Eu Pilot, su sollecitazione di alcune associazioni nostrane, ha riaperto la questione.
Gli animalisti cantano vittoria e sulla stampa inviano frecciate al veleno all'ufficio territoriale bresciano. “Ha fatto ostruzionismo nel rispondere alle richieste di accesso agli atti ambientali che sospendono, revocano o riattivano le autorizzazioni degli appostamenti fissi di caccia e sugli obblighi di pubblicazione e trasparenza" – si legge sul Corriere della Sera. E ancora: "chiudiamo ribadendo che l’assedio venatorio delle Torbiere deve finire del tutto, e ricordando che adesso i capannisti devono immediatamente rimuovere anche le decine di anatre e folaghe che utilizzano come richiami vivi”. Ora infatti l'obbiettivo della Lac è arrivare alla totale rimozione dei capanni attorno alle Torbiere.