In una nota, l'Arci Caccia Toscana commenta favorevolmente le nuove posizioni di Ispra rispetto all'aggiornamento dei dati sui calendari venatori:
Dunque avevamo ragione! Con una lettera del 17 gennaio indirizzata alle Regioni, il Ministro dell’Ambiente, in merito ai calendari venatori e nella fattispecie alla pretesa di anticipare la chiusura della caccia a beccaccia, tordo bottaccio e cesena, rende noto che l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha acquisito l’esigenza “prioritaria di una analisi scientifica della situazione su scala geopolitica transnazionale“ e che “tale nuova prospettiva verrà considerata da ISPRA per il rilascio dei propri pareri già a partire dalla prossima stagione venatoria“.
Quanto sopra dopo ben 15 anni dai primi dati Key Concepts italiani inviati dall’ISPRA alla Commissione Europea: dati che, evidentemente, soltanto ora si rivelano incoerenti rispetto a quelli forniti dagli altri Stati membri.
Questa ammissione è motivo di grande soddisfazione per la Confederazione dei Cacciatori Toscani e per l’Arci Caccia Toscana, poiché l’esigenza di una applicazione transnazionale, omogenea e paritaria della Direttiva Uccelli 2009/147/CE che non penalizzasse i cacciatori italiani è stata sostenuta con determinazione e con argomentazioni convincenti quando, fin dal maggio 2015, la CCT ha presentato un esposto dinanzi alla Commissione Europea per evidenziare la non congruità dei Key Concepts italiani. A questo proposito rammentiamo, a onor del vero, che anche nella nostra associazione, al di fuori della Toscana, vi furono non poche critiche alla iniziativa intrapresa dalla Confederazione (alcuni dirigenti sostennero addirittura che si trattava di una forzatura finalizzata a dilatare i tempi di caccia oltre a quelli stabiliti dalla legge 157/92).
Sempre in tema di calendario venatorio sottolineiamo la sentenza del TAR della Toscana che, nel 2016, accogliendo il ricorso della CCT (condiviso anche dalla Regione Toscana) aveva annullato il provvedimento con cui il governo italiano aveva imposto la chiusura al 20 gennaio per beccaccia, tordo bottaccio, cesena. Anche in questo caso furono accolte pressoché integralmente le stringenti argomentazioni della Confederazione dei Cacciatori Toscani.
Certamente promuovere ricorsi ed esposti comporta dei costi (i legali non lavorano gratis), ma quando si tratta di difendere i legittimi diritti dei cacciatori noi crediamo che questi quattrini siano spesi bene. L’auspicio è che questa consapevolezza sia condivisa anche da quei cacciatori che si domandano e ci domandano a cosa serve la quota di adesione alla CCT.