Sul lupo e sul Piano di gestione in via di approvazione, si è detto di tutto. A prevalere però sono stati i commenti "di pancia". Se diamo una scorsa alle notizie apparse sulla stampa, ci accorgiamo che pochissimo risalto è stato dato a tutte quelle strategie (suddivise in 21 punti) per incrementare le misure dissuasive a protezione degli allevamenti in parte già attuate (con poco successo finora), e molto (troppo) si è parlato dell'ultima possibilità (la misura 22 del Piano) di abbattere qualche lupo, in condizioni stabilite dall'Ispra e su iniziativa delle Regioni. In molti hanno voluto far passare questa possibilità addirittura come un favore ai cacciatori, che per la verità non ci risultano minimamente interessati all'abbattimento del lupo. Tra minacce di scioperi della fame e manifestazioni di piazza, tentennamenti delle Regioni e commenti ministeriali, rileviamo questa mattina il commento di Renata Briano, che su facebook, ha tirato le somme della questione. Eccolo:
"Il "giorno del lupo" si avvicina. La Conferenza Stato-Regioni, che riunisce il Ministero dell'Ambiente e i rappresentanti delle giunte regionali, oggi pomeriggio a Roma approverà definitivamente il Piano per la conservazione (sottolineo conservazione) e gestione dei lupi. Il piano al momento prevede come ultimissimo punto e solo in casi molto limitati la possibilità di abbattere (si parla di caccia ma non è) questi predatori. Questo punto ha suscitato, come sempre una vera rivolta delle associazioni animaliste. E dietro ci va la politica. Siccome però la politica dovrebbe smetterla di seguire chi urla più forte (spesso minoranze) propongo qualche breve riflessione.
1) la scienza è scienza sempre non solo quando dice ciò che vogliamo. E questo piano è stato realizzato dai massimi esperti in materia. Sarebbe bene leggerlo... questo piano... e soffermarsi attentamente sui 21 punti che vengono prima del 22esimo. Perché si parla solo di questo manipolando strumentalmente la realtà
2) il piano è in linea con le direttive europee e progetto "grandi carnivori". In molti paesi la gestione di questa specie in rapporto all'allevamento e all'agricoltura è già gestita in questo modo (vedi la vicina Francia)
3) chi vive in città dovrebbe smetterla di dire che cosa deve fare la gente (eroi) che vivono in campagna e montagna. Magari i cittadini sarebbe meglio che si occupassero dei problemi di inquinamento che attanagliano le nostre aree urbane e industriali (vedi polveri sottili) e di quelle che sono le vere cause di perdita di biodiversità
4) in merito al punto precedente vorrei ricordare che le cause di perdita di biodiversità sono il consumo di suolo, la cementificazione, l'inquinamento e i cambiamenti climatici, l'agricoltura intensiva e l'uso di pesticidi, il bracconaggio. Non la caccia che per legge è conservativa.
5) non sono i cacciatori a premere sul l'abbattimento del lupo. Anzi. Loro sono consapevoli che questo può essere un boomerang sull'opinione pubblica e lo farebbero solo per dare una mano per risolvere un problema. I cacciatori, invece, vorrebbero vedere riconosciuti loro i diritti su specie che gli sono state negate (sempre dalla politica della pancia), pur con pareri scientifici positivi sulla salute delle specie. Sto parlando dello storno, ad esempio.
6) basta parlare di ambientalisti ed ecologisti. I contrari sono animalisti che hanno un approccio sui singoli individui (in questo caso i lupi) e non un approccio multidisciplinare ed ecosistemico, come, invece chi ha a cuore l'ambiente dovrebbe avere.
7) e adesso massacratemi pure...".
Per approfondimenti mettiamo a disposizione i seguenti documenti:
Manifesto per la conservazione dei grandi carnivori in Europa redatto da IUCN (l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura)