Secondo diverse fonti stampa, il Presidente della Conferenza delle Regioni,
Stefano Bonaccini, avrebbe chiesto e ottenuto il
rinvio dell'approvazione del Piano sul lupo. “Vogliamo approfondire la discussione” ha dichiarato. “Ci sarà così il tempo per approfondire meglio dal momento che
ci sono alcune misure che rischiano di non essere convincenti" ha detto Bonaccini a seguito di un incontro con una delegazione di associazioni ambientaliste. Le stesse che hanno organizzato petizioni e sit - in di protesta contro un unico elemento del Piano:
la possibilità di abbattere un contingente minimo di esemplari.
Ringrazia Bonaccini il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, il quale conferma la propria contrarietà "a misure di abbattimento di questa specie protetta. Si tratta semmai di assumere iniziative diverse a tutela degli allevatori". Anche il Governatore della Puglia, Michele Emiliano, tra i contrari fin da subito, tira un sospiro di sollievo. "Chiederemo al Governo di eliminare il permesso di abbattimento dei lupi, non che i numeri fossero elevatissimi ma è il principio che evidente non funziona" ha dichiarato. "Eventuali problemi di convivenza tra umani e animali non possono essere risolti esclusivamente con la tecnica dell'abbattimento. Inoltre - ha aggiunto Emiliano - il lupo è essenziale in molti luoghi del centrosud per mantenere l'equilibrio dell'ecosistema nei confronti dei cinghiali. Quindi eliminare i lupi è un'operazione che incide sull'equilibrio dell'habitat in modo sbagliato".
D'accordo anche Giovanni Toti, Presidente della Regione Liguria. “Sul Piano lupo serve un approfondimento di analisi, alcuni aspetti vanno nella giusta direzione ma altri, come il piano di abbattimento, lasciano molto perplessi” . “Si può operare mettendo in sicurezza il patrimonio agricolo senza strumenti estremi – ha aggiunto -. Tra l’altro non si tratta di numeri significativi, agire in altro modo e’ alla portata”.
Commenta favorevolmente il rinvio anche la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani. "Il rinvio chiesto e ottenuto dal presidente Bonaccini è una saggia soluzione: meglio riflettere ancora e meglio prima di abbattere i lupi". "Non passano certo sotto silenzio le ragioni degli allevatori né il complesso di provvedimenti per l'agricoltura - ha aggiunto Serracchiani - ma bisogna anche tenere nel debito conto l'evoluzione della nostra sensibilità ambientale. Per decenni noi e i nostri figli siamo cresciuti nel timore che un animale nobile come il lupo sparisse definitivamente dall'Italia, e ora non è banale cominciare a ripensarlo come a un pericoloso invasore". "In ogni caso sono sicura che il rinvio sarà utile a perfezionare una soluzione - ha concluso - capace di tutelare con equilibrio l'economia dei territori e la difesa dell'ambiente e del lupo