Il convegno organizzato dalla Federcaccia veneta a Hit sabato scorso è servito per fare il punto sulla ricerca scientifica promossa dall'associazione nazionale e regionale, illustrata anche in un video divulgativo realizzato dall'Ufficio Avifauna Migratoria. Hanno portato il loro contributo l’Europarlamentare e Vicepresidente Intergruppo Biodiversità, Ruralità e Caccia Renata Briano e il Dott. Filippo Segato.
Quella di puntare sugli uffici tecnico gestionali dal 2009, è stata definita dal presidente nazionale Fidc, Gian Luca Dall'Olio, una “scelta utile e necessaria”, che ha consentito in questi anni di acquisire una crescente credibilità, in Italia e in Europa. “Fra i problemi del mondo venatorio – ha ricordato il Presidente – non c’è solo quello delle date di chiusura alle ormai ben note specie di migratori, ma più in generale i ritardi e le inadempienze del sistema, delle Regioni e di conseguenza dello Stato nel fornire, da anni, i dati sui prelievi che l’Europa ci chiede. Anche in questo la ricerca ci auguriamo possa fare da stimolo”.
Presente Nicoletta Perco, responsabile italiana del Progetto di reintroduzione dell’Ibis eremita, sposato anche da Federcaccia, la quale ha ribadito l'importanza della collaborazione dei cacciatori. Atteso l’intervento dell’On. Renata Briano, che ha illustrato l’attività dell’Intergruppo presso il Parlamento Europeo facendo il punto sulle ultime attività della Commissione, in particolare sulla conclusione del Fitness check delle Direttive natura a livello europeo che sembra volgere alla decisione di non procedere con una loro revisione. Il rischio, sottolineato anche da Filippo Segato, è però la richiesta di una loro applicazione ancora più stretta. Entrambi hanno sottolineato, anche per scongiurare questa possibilità, l’importanza di avere dati e risultati scientifici da presentare alla Commissione, evidenziando l’ottimo rapporto di collaborazione e il contributo fondamentale rappresentato per il nostro Paese proprio dall’ufficio gestione faunistica della nostra Federazione.
Michele Sorrenti, dell'Ufficio Avifauna Migratoria ha parlato del tavolo di lavoro per il piano di gestione di allodola, starna e coturnice. Proprio sull’allodola Sorrenti ha portato a conoscenza i presenti di una recentissima interrogazione al parlamento Europeo della rappresentante danese in merito ai presunti quantitativi di carnieri di questo selvatico in Italia, in merito ai quali è stata prontamente fornita da FIDC alla FACE, che interverrà sulla Commissione, statistiche aggiornate sui prelievi e gli studi FIDC, insieme all'informazione dell'uscita imminente del Piano di Gestione Nazionale.
Alessandro Tedeschi ha illustrato tutti gli studi in atto sulla beccaccia, in cui quelli basati sulla telemetria satellitare fanno la parte del leone fornendo importantissimi contributi a una corretta conoscenza e gestione della specie. Anche la nuova applicazione per smartphone Tempo reale, scaricabile gratuitamente sul sito Fidc, sta cominciando a muovere i primi passi, dando interessanti risultati grazie ai dati forniti da ogni singolo cacciatore che vanno a confluire in un unico database.
Antonella Labate ha portato i primi risultati del Progetto Cesena in Lombardia, promosso dalla Federcaccia Regionale. I 22 soggetti che sono stati dotati di trasmettitore stanno fornendo le prime informazioni, che dovranno essere ovviamente elaborate e studiate anche nel prosieguo della ricerca. Al momento della relazione, il 12 febbraio, è interessante comunque sottolineare come un unico soggetto catturato a Como si è spostato di 45 km verso sud, mentre tutte le restanti cesene hanno mostrato limitati movimenti si un paio di km al massimo dal punto di cattura e rilascio.
A concludere l’intenso pomeriggio di lavoro, Valter Trocchi ha illustrato con dovizia di particolari le iniziative legate alla piccola selvaggina stanziale, concentrandosi in particolare sui piani di gestione di starna e coturnice, mettendo in luce situazione attuale, prospettive e corrette operazioni di gestione e mantenimento delle popolazioni esistenti, così come di quelle di reintroduzione che non siano mere operazioni di rilascio di soggetti cosiddetti “pronta caccia”.