In risposta ad un'interrogazione del Movimento 5 Stelle, il Ministro Galletti venerdì alla Camera ha ribadito la propria posizione sul lupo in relazione alla necessità di attivare gli abbattimenti in Italia. “Ho solo preso atto di una situazione per me intollerabile: lo dico da Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ma lo dico anche da cittadino di questo Paese. Avere chiuso gli occhi davanti a questo problema e avere lasciato alle regioni, che svolgono bene il loro compito in tanti settori, un tema così rilevante senza una cornice quadro di indirizzo, ha voluto dire per anni aprire la caccia al lupo: sì, oggi, se volete sapere, la caccia al lupo è aperta. […] Il problema sono i 250-300 lupi che ogni anno in questo Paese vengono bracconati – sottolinea Galletti -, perché non c’è nessuna azione che in qualche modo vada a prevedere la convivenza fra i cittadini, le attività economiche e la presenza del lupo”.
Il Ministro difende le conclusioni del Piano, redatto, dice, grazie al lavoro dei maggiori esperti che ci sono in Europa, 70 scienziati, coordinati dal presidente Boitani, la cui statura scientifica è conosciuta in tutta Europa e stimata in tutta Europa. “Io la situazione così com’è adesso non la lascio – dice Galletti - , perché non mi sento moralmente di poter lasciare una situazione indecorosa come quella che stiamo vivendo oggi”. Prima di portare alla concertazione il Piano del lupo, evidenzia Galletti, “abbiamo fatto una verifica preventiva con l'Europa: noi su questo piano abbiamo un assenso, ancora ufficioso, da parte della Commissione, da parte degli apparati europei, che ritengono che così il Piano vada bene". Il riferimento qui è all'accusa dei 5 Stelle su una possibile infrazione dall'UE, per le eventuali deroghe al divieto di abbattimento. "Dovreste dimostrare di aver protetto la specie - ha detto il deputato M5S Bernini -, di avere i dati scientifici pubblicati relativi al censimento nazionale della specie, che invece non ci sono, di avere messo in pratica tutti i dovuti sistemi di deterrenza per proteggere le greggi, cosa che non è stata fatta, e di aver determinato, in modo impeccabile, la natura di ogni episodio di predazione, siano essi lupi, cani o meticci ibridi)".
"D'altra parte - spiega Galletti - la rimozione dei lupi è prevista in gran parte, se non quasi nella totalità dei Paesi europei; quindi oggi siamo l'eccezione noi rispetto agli altri; non è che siamo noi che per primi ci buttiamo in questa cosa. Oggi, se penso alla Francia, alla Germania, ma quasi – ripeto – a gran parte dei Paesi europei, nella loro legislazione interna, in conformità alla direttiva «habitat», prevedono la rimozione dei lupi”.
Infine se la prende con il sensazionalismo che ha tenuto banco nelle ultime settimane sui giornali. Nessuna caccia al lupo indiscriminata, come è stato lasciato credere. Sparare ai lupi sarà una procedura molto complicata, molto tutelante, evidenzia. Gli abbattimenti dovranno essere richiesti dalle Regioni e solo qualora sia stato messo in pratica tutto quello che il piano prevede (recinzioni ai pascoli, rimborsi per i danni, costituzione del nucleo antibracconaggio, addestramento cani), il Ministero chiederà all'ISPRA un parere tecnico-scientifico. "Quindi - spiega il Ministro - solo se quel lupo, il singolo lupo individuato, non un lupo preso a caso, cioè, se quel singolo lupo presenta un carattere aggressivo tale da poter essere pericoloso per le condizioni antropiche di quella zona".
Allevatori abbadonati. "Stiamo parlando, per intenderci, di decine, decine e decine di aziende agricole e di persone che stanno perdendo il lavoro, anche perché noi non le stiamo tutelando; oggi il lupo è libero di fare quello che vuole e non ci sono azioni di prevenzione di nessun genere". "Se noi su questo aspetto facciamo una mera strumentalizzazione politica, davvero non rendiamo un servizio a questo Paese. Non facciamo un servizio al lupo in primis, perché lasciamo il bracconaggio libero, non lo facciamo alle attività economiche di questo Paese e non lo facciamo ai paesi montani".
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