Mentre a Pienza, la notte scorsa un branco di lupi ha fatto razzia di pecore all’interno di una stalla (che - e qui sta la vera notizia - era stata messa in sicurezza proprio contro gli attacchi) di una nota azienda che produce pecorino di alta qualità, il presidente della Lipu (Lega Italiana Protezione UCCELLI), Fulvio Mamone Capria, entra di prepotenza sulla scena lupologica.
Non è la prima volta che si occupa dell'argomento. Questa volta lo fa per contestare - vedi OFCS-Report - il Piano Nazionale Lupo e il Ministro Galletti, per la parte fortemente caldeggiata dalle categorie agricole, che prevede quando necessario l'abbattimento dei soggetti problematici. Ascrivendo così, di fatto, un mammifero (e quale mammifero!) all'ordine degli Uccelli. E fu così, che grazie a Mamone Capria, paladino degli alati, che anche il lupo...mette le ali.
"Uccidere i lupi non è una soluzione. Ha delle conseguenze. Gli allevatori e gli equilibri della natura possono convivere” dichiara il rappresentante Lipu, fermamente convinto del fatto che a predare vitelli e pecore in realtà siano quasi soltanto cani inselvatichiti. "I danni causati dai lupi al contrario sono abbastanza limitati. In ogni caso basterebbe dotarsi di strumenti di protezione, come recenti elettrificati che hanno una funzione deterrente o pastori maremmani allenati a respingere i grandi mammiferi". Basterebbe? Il caso di Pienza dimostra il contrario. E comunque, chi paga? Ce lo dica la Lupu, ops, Lipu.