Una lettera aperta firmata dal Vice Presidente nazionale
Arci Caccia,
Christian Maffei, alla Giunta Regionale delle Marche, manifesta la preoccupazione dell'associazione sulle
modifiche alla legge regionale 7/95 in materia di risarcimento dei danni da fauna selvatica e chiede un incontro urgente per ridiscutere la legge.
“Come abbiamo sommariamente evidenziato in un incontro con l’Assessore Pieroni - si legge nel testo -, le nuove disposizioni emanate ci sembrano insostenibili da parte degli ATC nonché sul piano delle responsabilità personali che ricadono anche in capo ai rappresentanti delle Associazioni Venatorie, impegnati da volontari nella gestione degli Ambiti, in particolare evidenziamo che:
- La normativa trasferisce in capo agli ATC la totale responsabilità rispetto al “risarcimento del danno da fauna selvatica” anche per le aree protette esponendo i Presidenti alla responsabilità personale diretta rispetto a una procedura complessa, anche su parti di territorio, le aree protette, su cui gli ATC non hanno alcun potere di gestione, con un palese conflitto con le funzioni previste nella Legge 157/1992.
- Il previsto contributo alle spese di gestione, da erogare previa rendicontazione, necessita di una chiara definizione di quale sia la forma e quali tipologie di spese possano essere portate a documentazione ai fini della contribuzione regionale, oltre alla garanzia di tempi certi per la sua erogazione, per non incorrere nel breve volgere di pochi mesi al tracollo finanziario degli ATC. A tal proposito sottolineo il ritardo triennale, la sofferenza, nella liquidazione da parte della Regione delle somme già dovute prima delle modifiche normative intercorse con grave nocumento, già nel passato, per le imprese agricole interessate dal danno.
- La costante e non marginale immissione di denaro pubblico negli ATC raccomanda una attenta valutazione su come possa essere compromesso lo status giuridico di Enti di Diritto privato quali gli Ambiti. Ampia è in materia la giurisprudenza consolidata e numerosi sono i precedenti da valutare nazionalmente.
A queste rilevanti questioni di merito - continua la lettera - aggiungiamo un punto di metodo non secondario. La rappresentanza del mondo venatorio sul piano politico è in capo alle Associazioni nazionali riconosciute dalla legge che esprimono i loro rappresentanti in seno agli ATC che sono, per norma, deputati alla mera gestione. Esprimiamo rammarico perché non ci sono stati momenti di confronto con le Associazioni portatrici di interessi in materia, prima dell’approvazione della legge. Ricordo il ruolo determinante, per la gestione della fauna selvatica patrimonio indisponibile dello Stato, che il Parlamento ha riconosciuto all’associazionismo e alla rappresentanza degli imprenditori agricoli.
In conclusione, con lo spirito di collaborazione che anima il confronto istituzionale - purtroppo oggi precluso - volendo essere parte attiva nel sostegno alla giuste rivendicazioni del mondo agricolo e non volendo rinunciare al ruolo che la Legge affida ai cacciatori all’interno degli organismi di gestione, chiediamo di sospendere l’applicazione delle norme in attesa dei necessari chiarimenti di cui sopra e di avviare un confronto con le rappresentanze delle Associazioni venatorie, del mondo agricolo e ambientalista, per trovare soluzioni solide dal punto di vista giuridico e sostenibili dalle rappresentanze sociali e di categoria indicate dalla legge 157/92 con il supporto determinante del mondo scientifico".