Ve lo immaginate cosa accadrebbe se in Italia il Ministro all'Ambiente si impegnasse a promuovere presso il Ministero della Pubblica Istruzione una convenzione con i cacciatori per l'educazione ambientale e faunistica nelle scuole? Il pandemonio. Vedremmo decine di animalisti incatenati ai cancelli delle elementari e mamme vegane ritirare i propri figli dalla scuola pubblica. Eppure in Francia sta accadendo proprio questo.
In un recente incontro con la Federazione Nazionale dei Cacciatori (FNC), il Ministro Ségolene Royal si è complimentata per le innumerevoli attività didattiche promosse dalle federazioni dipartimentali dei cacciatori e ha detto di considerare questo approccio in linea con la promozione di una maggiore consapevolezza dei bambini nei confronti della natura, grazie a formatori e strumenti didattici che soddisfano pienamente i criteri di istruzione.
Altro capitolo da noi tabù conclamato: il lupo. Se in Italia siamo giunti al punto che è impossibile proprio parlarne senza depennare dai piani la parola abbattimento, in Francia la suddetta ministra, insieme al titolare del dicastero dell'agricoltura Stephane Le Foll (proprio foll doveva essere uno così), hanno aumentato significativamente i prelievi del lupo. Ma non solo. Lo hanno fatto coinvolgendo i cacciatori. L'associazione dei cacciatori oltralpe elogia quindi l'azione coraggiosa dei due ministri, evidenziando gli sforzi nei negoziati europei per facilitare gli abbattimenti a protezione degli allevatori. Se non è fantascienza questa...
Tutto questo ai margini di un incontro che, tra le altre cose, ha confermato la caccia alle oche a febbraio, in considerazione dell'abbondanza di questa specie, e rinnovato l'impegno per una gestione internazionale dell'oca selvatica a protezione dell'agricoltura.
Traete voi le conclusioni. Non è esterofilia. O forse sì. Constatare l'ovvio, o almeno quello che è ovvio a due passi dai nostri confini, ci aiuta a capire quali e quanti ancora sono i passi da parcorrere.