"Nonostante l’impegno personale del consigliere Alessandro Sala e di tutti i componenti del gruppo Interconsiliare caccia Brescia-Bergamo, l’incontro in Regione si è concluso in un “nulla di fatto”. Una delusione collegiale, visibile sui volti dei rappresentanti le associazioni, presenti in maniera compatta in rappresentanza di tutte le sigle venatorie". E' quanto riferisce l'associazione Cacciatori Lombardi (ACL) in unta nota.
"A gettare acqua sul fuoco - continua l'associazione - l’avvocatura di Regione Lombardia presente con ben 3 avvocati e la direttrice di riferimento dott.ssa Anna Bonomo. In sostanza nonostante delle aperture formali, sia dal punto di vista giuridico che tecnico, le stesse sono state di impossibile applicazione nei tempi richiesti (solo 3 gg lavorativi)".
"Di fronte a queste disposizioni - si evidenzia nel comunicato - le associazioni sono nell’impossibilità (nella pratica) di ottemperarvi. Sono state infatti richieste memorie dal punto di vista legale e giuridico, ma soprattutto sono stati richiesti dati scientifici e ricerche correlate a supporto della tesi per una delibera di giunta per il prelievo in deroga, che ancora una volta viene negato nella sua pratica applicazione".
ACL attribuisce questa situazione alla reale mancanza di una concreta volontà politica nell’affrontare e risolvere una volta per tutte questa situazione che si trascina da anni e che la Giunta Maroni, e chi la sostiene, non ha voluto o potuto risolvere.
Questa decisione, precisano dall'associazione, è destinata a pesare sulle prossime scadenze elettorali (Regionali 2018) in Lombardia, per cui anche il cittadino-cacciatore che sarà chiamato alle urne trarrà le sue opportune conclusioni su ciò che non è stato fatto, in particolare per le caccie tradizionali. Caccie tradizionali che dovevano essere un “cavallo di battaglia” di Lega Nord.