Una laurea in “Tecniche di allevamento del cane di razza ed educazione cinofila”, conseguita alla facoltà di scienze veterinarie di Pisa e tanta passione fanno di Eleonora Peruzzi una qualificata e capace consulente cinofila in quel di Lucignano (AR). Questa la sua professione, che svolge con serietà e totale abnegazione verso i cani e i loro padroni. “La mia missione di vita – dice -, è aiutare chi ne ha bisogno a conoscere meglio l’animale con il quale condivide la propria vita, nel rispetto della sua natura, attitudine ed istinto predatorio”. Già questo ultimo aspetto, l'istinto predatorio, per Eleonora è qualcosa di molto importante ed il motivo per cui si sente così vicina alla caccia.
“Il cacciatore è colui che ama e rispetta la natura, colui che si alza all’alba la mattina, e con il proprio cane e fucile, va ad ammirare le bellezze che lo circondano, dando al proprio fedele amico, l’opportunità di sfogare il suo istinto e mostrare i propri talenti; insieme, vanno alla ricerca della preda tanto sognata e venerata, quasi fosse una divinità. Tutto il resto, sono solo uomini deboli e con un grande ego…”.
Come è nata questa passione? “Sono cresciuta in una famiglia di cacciatori – spiega Eleonora -, di quelli vecchio stampo, per i quali i cani da caccia erano solo i Setter inglesi o i Breton, ed i Segugi per la caccia al cinghiale… Ricordo ancora le facce stupite dei miei amici cacciatori, quando ho mostrato loro per la prima volta, cosa può fare un Retriever a caccia… Sono quindi oltre 10 anni che vado a caccia con i miei cani, affiancando il fucile e recuperando i selvatici feriti o abbattuti. Fino ad oggi, non mi è mai interessato prendere la licenza di caccia, in quanto preferisco lavorare con il cane, piuttosto che sparare al selvatico: amo troppo ammirare il lavoro del cane da ferma o da cerca sul selvatico vivo, e poi quello del Retriever sul selvatico abbattuto. Va comunque a caccia alla stanziale, sia in walk-up che in battuta “all’inglese”; ma anche alle anatidi ed ovviamente alla “Regina del bosco”, la beccaccia.
Le chiediamo cosa pensa della caccia in generale e ci risponde così: “la caccia è sempre stata parte integrante della vita dell’essere umano, inteso come animale abitante di questo pianeta: la storia ci insegna che l’uomo, prima è stato cacciatore, e poi coltivatore ed allevatore. E tutt’ora, molte popolazioni meno “modernizzate" della nostra, vivono di ciò che cacciano. La caccia perciò, è parte di noi, e non possiamo escluderla dalle nostre vite, pensando che oggi non sia più necessaria perché la carne la troviamo al supermercato già pronta, macellata, pulita ed a volte anche cucinata… E’ quella parte “selvaggia” di noi, che ci permette di riprendere contatto con la Natura, intesa sia come ambiente, che come fonte di nutrimento. Come la cultura degli Indiani d’America ci ha insegnato, la caccia ci permette di imparare a rispettare l’ambiente che ci circonda, e di ringraziare il selvatico che abbiamo appena abbattuto, perché grazie al suo sacrificio, noi abbiamo l’opportunità di continuare a far parte dell'eterno circolo della vita”.
“Credo che la caccia sia indispensabile alla società: primo perché dà l’opportunità all’uomo moderno, di riprendere contatto con la Natura e le sue leggi, ed in secondo luogo, permette di mantenere in equilibrio la concentrazione demografica della fauna selvatica, tipica del territorio. E’ mia opinione che la caccia e l’agricoltura, dovrebbero essere maggiormente tutelate dalla politica e dalle istituzioni, anziché essere strumentalizzata o considerata l’ultima ruota del carro… “.