“Abbandonate il posto fisso, andate all'avventura”. E' il coraggioso appello che Mauro Corona, da sempre vicino al mondo dei cacciatori, lancia attraverso un'intervista a Lettera 43, per presentare la sua ultima fatica letteraria dal titolo “Quasi niente”, libro scritto insieme al cantautore Luigi Maieron.
Seppur con assoluto rispetto di chi è in difficoltà Corona esorta ad “essere precari” perché l'incertezza ci potrà rendere persone migliori, abilitandoci alla fantasia. È deturpante, a suo dire, “lavorare in banca a 30 anni e volerci rimanere fino a 65 facendo sempre le stesse cose, significa diventare un fossile”. A lui che sì piace andare in città per incontrare gente nuova, purché però rimanga una cosa episodica, poi però deve tornare in montagna perché ha bisogno di quel continuo farsi male, come lui lo chiama, “perché la montagna ci costringe a confrontarci con noi stessi, a vederci per quello che siamo e a fare i conti con tutte le nostre mostruosità”.
Come tutti sappiamo, Mauro Corona, montanaro verace, cacciatore d'altri tempi, non manca di sostenere la caccia con scritti, dichiarazioni e frequentazioni. “Ho cacciato fino a pochi anni fa - dice - non ci vado più perché in questo momento ho altro da fare ma è una cosa che hai nel sangue geneticamente come il colore degli occhi. Solo chi non sa cosa sia la passione non può capire”.