I due settimanali dedicati alle donne dei più importanti quotidiani d'Italia, ovvero Il Corriere della Sera e La Repubblica, si sono occupati di caccia nelle ultime uscite. Mentre su Io Donna (inserto del Corriere) di sabato 15 aprile è apparso un lungo servizio dedicato alle aree Wilderness e all' Aiw, l'associazione italiana che sostiene anche la caccia etica all'interno delle aree selvagge su Alpi ed Appennini, il settimanale D (Repubblica), nell'ultima edizione (sabato 22 aprile) racconta anzitutto la caccia delle donne, fotografando un fenomeno sempre più consistente nei numeri in Europa e in crescita nel nostro Paese.
Il servizio, che cita anche il nostro sito, per la presenza delle tante interviste dedicate alle cacciatrici (vedi sezione Amiche di BigHunter), è dedicato in particolare alle dichiarazioni di tre donne “fuori dall'ordinario”: la più famosa del settore, ovvero Giulia Taboga (volto Franchi), Elisa Mambelli, vincitrice del mondiale a squadre (2014 e 2016) Sant'Uberto e Patrizia Cimberio, promotrice dell'iniziativa internazionale che ha portato alla candidatura della falconeria a Patrimonio culturale immateriale dell'Unesco.
Il giornalista parte da una full immersion sulle colline piacentine, dove ha assistito ad una battuta in riserva al capriolo. Alla fine ciò che ha appreso sul campo cerca di trasferirlo alle lettrici “è forse anti-intuitivo – scrive – nel senso che la pratica venatoria evoca un immaginario cruento – ma razionalmente la caccia praticata correttamente è il modo più fair di procurarsi la carne più salubre”, scrive. E poi ancora in chiusura: “certo si può pensare che non si debba mangiare carne e che nulla debba morire per alimentarci. Ma se ne si ammette il consumo, davvero è preferibile alla caccia un'esistenza da schiavi da macello?”. L'argomento “carne”, nell'articolo, è sviluppato da un'intervista a Michele Milani, citato per i suoi libri sull'argomento (l'ultimo realizzato a quattro mani con lo chef Corelli). “In Italia – dice Milani - viviamo il paradosso per cui nei ristoranti la selvaggina o viene dall'estero o è d'allevamento, quando le nostre colline sono piene di bestie”.