Durante la manifestazione Caccia Village, nello scorso fine settimana, è stato presentato il progetto della caccia a favore delle popolazioni terremotate del centro italia, ideato dal Prof. Bernardino Ragni, docente di Scienze Biologiche presso l’Ateneo perugino. L'iniziativa prevede di utilizzare la risorsa selvaggina per far fronte alle criticità economiche create dal sisma in quelle aree che gli esperti definiscono “cratere sismico” e che comprende 131 comuni nelle quattro regioni di Marche, Umbria, Lazio ed Abruzzo.
Fruire della risorsa selvaggina sotto l’aspetto del prelievo venatorio, della creazione di percorsi enogastromici e sotto l’aspetto dell’osservazione naturalistica e fotografica è il punto di forza verso il quale istituzioni, cacciatori, imprenditori e naturalisti dovrebbero poter convergere, per l’utilizzo della fauna, quale risorsa rinnovabile, al fine di favorire la ripresa economica delle aree terremotate.
“Mi piace individuare quest’area, che copre una superficie di circa 10.000 kmq -ha detto Ragni- con il termine “Macroregione della rinascita”, nell’ottica di considerare la fauna selvatica una risorsa rinnovabile e accessibile.”
Tra i temi affrontati anche la convivenza tra il mondo venatorio e quello agricolo, che troppo spesso è resa difficile dai danni provocati dai cinghiali.
“La Regione è disponibile a ragionare sulla proposta della WildLife Economy, di cui già da anni si sta parlando -ha detto l’Assessore Cecchini nel corso dell’incontro- ma va distinta la questione della ripresa economica delle aree terremotate, da quella dei problemi all’agricoltura, che si risolve solo riducendo i cinghiali.”