La
seconda commissione (Sviluppo economico e rurale) del Consiglio regionale toscano in data 17 maggio 2017 ha tenuto le audizioni con i rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole e cooperative, delle associazioni ambientaliste e delle associazioni venatorie sul regolamento di attuazione della legge regionale per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio. Lo rende noto un comunicato della Regione.
"Il Consiglio deve esprimere parere obbligatorio sulla delibera di Giunta, e, come ha spiegato il presidente Anselmi - si legge nella nota -, pur non trattandosi di parere vincolante “abbiamo ritenuto utile procedere alle audizioni di tutti gli interessati e chiedere tempo adeguato per un approfondimento in vista dell’espressione del parere”.
Il regolamento disciplina in modo unitario la materia della caccia in Toscana, dopo che la Regione ha riassunto a livello centrale tutte le funzioni amministrative in materia di caccia, prima attribuite alle Province, e sostituisce i vari regolamenti provinciali. Inoltre vengono previste norme per la gestione degli ungulati, in attuazione della legge approvata nel febbraio 2016.
Numerosi gli interventi e le posizioni espresse. Da parte delle organizzazioni professionali è stata sottolineata la necessità di andare verso un’operatività piena degli ambiti territoriali di caccia senza difformità e ritardi (Cia), di evitare nel regolamento ulteriori complicazioni burocratiche non previste in legge (Coldiretti), di distinguere la gestione del territorio per gli Atc e per gli istituti privatistici (Confagricoltura).
Da parte delle associazioni di cacciatori sono arrivati input diversi. Arcicaccia ha chiesto assunzioni a tempo indeterminato da parte degli Atc, al posto di ricorrere a spese ingenti per le consulenze esterne, mentre per Federcaccia è opportuno ricorrere a personale esterno. Anuu e Italcaccia hanno insistito sul fatto che le riunioni dell’Atc debbano essere effettivamente pubbliche, trasparenti e pubblicizzate. La possibilità di salvaguardare gli appostamenti fissi concedendo il passaggio a nuovi fruitori e alcune correzioni sulle regole per gli appostamenti sono stati invece chiesti da Libera Caccia, Enalcaccia e altri.
Secondo gli ambientalisti questo regolamento non protegge la fauna selvatica, ma solo gli interessi dei cacciatori (Coordinamento associazioni ambientaliste); è stato inoltre sottolineato che, per l’articolo 117 della Costituzione, solo lo Stato può legiferare in materia di ecosistema. La Lav ha chiesto di vietare legare cinofile nelle zone di ripopolamento e cattura e di sostituire il termine “selvaggina” con quello di “fauna selvatica”.
“È stato molto utile ascoltare tutte le posizioni, anche molto distanti tra loro – ha commentato il presidente di Commissione Gianni Anselmi al termine delle audizioni -. Per produrre atti che rispecchino l’interesse generale occorre tenere conto di tutti i punti di vista, anche se è ovvio che alla fine si deve arrivare a punti di sintesi che non sempre riescono ad accontentare tutti”. (Consiglio Regionale Toscana)