“A 10 anni andavo a scuola con la sola promessa che nel pomeriggio mio padre mi portasse con lui per boschi”. Lo dice Giacinto Mario Fiorenza, cacciatore calabrese trentunenne, raccontando di come la passione per la caccia appresa dal padre lo abbia contagiato fin dalla tenera età.
“Amo praticare qualsiasi tipo di caccia che mi faccia stare a stretto contatto con la natura, anche se la mia preferita è quella al cinghiale. Fa parte di una squadra, denominata "Scirocco" che opera all'interno dell'Atc Cosenza 2. Una squadra che lui ha contribuito a creare, insieme ad altri amici cacciatori.
“L'abbiamo fortemente voluta – spiega - per cercare di avvicinare il più possibile giovani come noi a questo meraviglioso mondo. La caccia ha bisogno di giovani, sopratutto volenterosi, perché andare a caccia è anche amore per la natura, frequentare luoghi immacolati e restare incantati dalla loro bellezza, mantenere puliti vecchi sentieri e cosa molto importante contenimento di alcune specie dannosi per essa ma anche per l'agricoltura. Infatti aumentano sempre di più le richieste di risarcimenti da parte degli agricoltori”.
“Penso che noi giovani – continua Giacinto Mario - dovremmo cercare di far capire l'importanza della caccia a chi ci rema contro e cercare di non far scomparire in futuro questa antica e meravigliosa tradizione”.
Il giovane Fiorenza si dice molto entusiasta di vedere come nelle giovani donne si stia espandendo questa passione e di come questo fatto stia pian piano spazzando via un vecchio pregiudizio che faceva ritenere questa attività cosa per soli uomini.
Critico invece con la politica istituzionale e quella venatoria: “nelle associazioni venatorie e nella politica vedo il problema principale della caccia. Spesso sono concentrate solo sui benefici che possono trarre per il proprio tornaconto” spiega. Giacinto si augura che anche nel suo territorio, la provincia di Cosenza, si possa prima o poi cominciare a parlare di monitoraggio delle specie, di censimenti, di riqualificazione ambientale, cose da noi per molti ancora sconosciute ma molto molto importanti per il bene della caccia. Chiudo dicendo a tutti i giovani ancora una volta di non lasciar svanire la nostra passione, magari inpegnandoci tutti insieme per un futuro venatorio migliore!”.