La riforma della 394 (Legge quadro sulle Aree Protette), attualmente all'esame della Camera, coinvolge anche il mondo venatorio. Permane infatti una certa incertezza sull'argomento aree contigue e Zps in relazione alla possibilità, tutt'altro che remota, che gli enti gestori dei Parchi in futuro ne possano regolamentarne la caccia, di fatto quindi allargando la propria influenza al di fuori dei confini delle zone protette.
Il relazione a queste novità, le associazioni venatorie si sono allertate. Come dimostra questa nota inviata da Acma a Eps Veneto, diffusa in questi giorni in rete che riproponiamo:
"Nello spirito di collaborazione che negli ultimi anni si è instaurato tra ACMA e EPS Veneto, per il reciproco interesse nel mantenimento della caccia aglia acquatici in Italia e nel comprensorio delle zone umide Venete, con la presente ci permettiamo di evidenziarVi alcuni problemi che, come forse avrete avuto modo di leggere negli ultimi tempi, stanno venendo alla ribalta nel corso della discussione inerente alla modifica della legge 394 sui parchi.
In particolare, le modifiche approvate o in discussione alla camera prevedono/potrebbero prevedere:
- il sostanziale passaggio delle competenze riguardanti l'attività venatoria nelle aree contigue dalle regioni agli enti parco che a loro piacimento potrebbero limitare l'attività venatoria fino anche a vietarla in toto
- L'inserimento nelle aree contigue dei siti Natura 2000 (Zps e Sic) parzialmente ricompresi nei confini del parco e/o delle aree contigue, nonchè la possibilità che anche aree Natura 2000 esterne ai parchi siano ricomprese in una qualche forma di gestione del parco (così dette aree esterne),
- La modifica di quanto previsto in prima battuta al Senato, ossia che l'accesso per l'attività venatoria all'interno delle aree contigue sia consentito solo ai residenti nei comuni interni al parco e/o all'area contigua invece che agli iscritti all'Atc di competenza
- Istituzione del parco nazionale del Delta del Po, con relative aree contigue, in sostituzione dei due parchi regionali oggi esistenti.
Appare evidente come i propositi di cui sopra, se attuati, comprenderebbero un grave rischio per la sopravvivenza della caccia agli acqutici nel comprensorio veneto e in tutta Italia, sia nel terreno cosiddetto "libero", sia nelle AFV.
Vi chiediamo quindi di mettere in campo in maniera quanto più possibile rapida, tutte le azioni nelle Vostre possibilità al fine di scongiurare l'approvazione di una legge che potrebbe decretare la fine della caccia agli acquatici".